ebook di Fulvio Romano

domenica 12 aprile 2015

Spariti pini marittimi e palme il ponente non sarà più lo stesso...

LA STAMPA

Imperia


Il parco del futuro?

Con lecci, carrubi

e piante esotiche

Destino segnato per la palma Canariens

che è stata decimata dal Punteruolo rosso

Lecci e carrubi sono destinati a diventare il simbolo del verde sanremese. Come ai tempi dei romani, prima dell’introduzione della coltivazione della palma e dell’olivo. Piante esotiche come Camphora, Jacaranda, Brachychiton, Araucaria: «il giardino cosmopolita», profetizzato da Mario Calvino, sarà presto una necessità.

In un mondo globalizzato sono diventati internazionali anche i parassiti e la città dei fiori si trova costretta a ripensare la sua flora: all’attenzione del Servizio beni ambientali guidato da Claudio Littardi, c’è il «giardino del futuro», quello che tra 20 anni caratterizzerà Sanremo. E’ già in corso una sostituzione globale di quelle piante ormai «scomode».

A partire dalla palma Canariens, su cui forse si è puntato troppo in passato, che in meno di un decennio è stata decimata dal Punteruolo rosso: il simbolo stesso dei giardini sanremesi tra pochi anni sarà solo un ricordo. Oppure i pini marittimi, detestati dagli automobilisti per i solchi che le loro radici scavano nell’asfalto e, da quando il clima mediterraneo si è tropicalizzato, sempre a rischio di caduta a causa delle piogge torrenziali - un tempo sconosciute - che ne compromettono la stabilità. La ripiantumazione prosegue al ritmo di una pianta al giorno. In città al momento si contano oltre 9000 alberi, circa 4000 palme (oltre una quarantina di specie differenti) e una restante parte tra ulivi, pini e vari alberi mediterranei. Dal 2000 ad oggi la superficie riservata al verde pubblico è passata da 172 mila metri quadri a 205 mila, tra aiuole fiorite (7000 metri quadri) e prato all’inglese. In questi giorni è partita una nuova lotta biologica al Punteruolo rosso, con interventi sulle prime 50 Canariensis per vedere di «salvare il salvabile». Le palme distrutte dal famigerato parassita orientale verranno sostituite con altre palme immuni all’assalto, come la Washingtonia, la cui resistenza è stata rivelata proprio dal l’Istituto sperimentale sanremese (Cra- Fso). Nei giardini ci saranno bouquet di palme diverse come la Dactyfera, la Butia capitata o la Brahea armata, che resistono bene al «contagio». Tra l’altro, in Costa Azzurra miete vittime pure la micidiale farfalla delle palme: in provincia ha fatto solo una comparsata a Ventimiglia l’anno scorso, ma occorre restare in guardia.

I pini marittimi, come detto, non sono indicati per i problemi che causano alla viabilità: in via Barabino, ad esempio, sono stati sostituiti da palme, in via padre Semeria saranno sostituiti da lecci. Sono certamente meno invasivi i cipressi, ma per la loro aurea funerea non sempre sono apprezzati. I meravigliosi Ficus sono troppo grandi per essere assorbiti da un moderno panorama cittadino, anche se a Villa Ormond ne sono stati piantati di nuovi.

A Capo Verde, in prossimità della pista ciclabile, sono stati piantati oltre cento carrubi, che fra qualche decennio diventeranno un vero e proprio bosco. Resta il nodo del parco Marsaglia, con le sue piante esotiche, tutto da riqualificare dopo tanti anni di abbandono. Il mese prossimo verrà invece risistemato il giardino giapponese simbolo del gemellaggio con Atami. A Pian di Poma prima di ogni intervento sul verde si dovrà delineare un progetto complessivo di recupero dell’area. Le nuove piante provengono per lo più da semi e talee, solo per lavori urgenti si procede all’acquisto. Peraltro i privati che abbattono una pianta sono obbligati a sostituirla: se non nel loro giardino in un giardino pubblico, a loro spese.

GIORGIO GIORDANO


Level Triple-A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0           Copyright 2015 La Stampa           Bobby WorldWide Approved AAA