ebook di Fulvio Romano

martedì 18 febbraio 2014

Quel treno di Andora, così simbolo del Paese...

LA STAMPA

Imperia

sanremo sfumata l’ipotesi di utilizzare le immagini del convoglio come simbolo di un’italia immobile

Riprese tv al treno deragliato

il “mistero” del dietrofront

Dopo la parziale rimozione dell’Intercity la Rai ci ripensa e rinuncia al servizio

E pensare che una volta gli stessi cantanti in gara arrivavano con il treno. Una valigia, un piccolo fardello e la prenotazione in una pensione della città dei fiori. Lo ha ricordato anche Iva Zanicchi ospite ieri pomeriggio a «La vita in diretta» su Raiuno. Nei volumi amarcord con la storia del Festival c’è anche una foto che ritrae Claudio Villa in arrivo alla stazione di Sanremo.

Da molto tempo limousine e luccicanti berline al servizio degli artisti hanno archiviato un’epoca. Mentre quel viaggio in treno verso la città del Festival è diventato «impossibile» per chiunque: da un mese la Riviera è divisa a metà dopo la frana che ha fatto deragliare un Intercity ad Andora. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo e che ora avrebbe dovuto diventare il simbolo di un’Italia immobile tra una performance e l’altra sul palco dell'Ariston. Almeno, questo era nelle intenzioni degli autori della kermesse.

Treno, riprese tv e riflessioni sono infatti gli ingredienti alla base di un piccolo giallo. Nessuno parla, ma quanto è successo sembra essere abbastanza chiaro. Andiamo per ordine. La Rai, appunto per utilizzare televisivamente il treno deragliato come immagine-simbolo di un Paese da rimettere sui binari voleva effettuare alcune riprese ad Andora per poi confezionare un momento di riflessione. Naturalmente senza appesantire la scaletta o pregiudicare il ritmo dello show.

I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana hanno però «rovinato» il quadretto. Domenica mattina alle 8 (e la circostanza ha creato qualche sospetto tra i più maliziosi) sono state infatti avviate le operazioni di rimozione dell’Intercity. E sganciate le ultime tre carrozze dello sfortunato convoglio, subito trainate nelle officine savonesi di Trenitalia. Alle 9,30 le operazioni erano già concluse.

Ecco che il treno-simbolo si è ridotto a un locomotore e una sola carrozza. Una metafora dell’Italia, che sarebbe stata di tutt’altro impatto sui telespettatori. Un debole appiglio, una ormai flebile suggestione per poter fare un commento. O meglio, per offrire uno spunto di riflessione, approfittando di una grande audience. Fazio & C. hanno quindi deciso di rinunciare alle riprese, che avrebbero dovuto essere divulgate nella serata di avvio del Festival. Non senza (pare) qualche malumore. Fine delle trasmissioni. O quasi. Potrebbero esserci ripensamenti? Magari dando un taglio diverso al discorso. Per ora il Festival ha fatto un passo indietro. Come la linea ferroviaria della Riviera che, affrontando il presente e con l’ambizione di completare un raddoppio della linea in futuro, ha fatto invece un salto nel passato.

massimo boero


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