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Figli del Biscione
Dunque, riepilogando. Il segretario democratico Matteo Renzi ha esordito a diciotto anni come facondo concorrente in un programma di Canale 5, «La Ruota della Fortuna» di Mike Bongiorno, mancando il trionfo per una vocale (la E di Enrico Letta). Il segretario leghista Matteo Salvini, talento ancora più precoce, salì alla ribalta a dodici anni nel gioco a quiz di Canale 5 «Doppio Slalom», rispondendo senza esitazioni a una domanda profetica di Corrado Tedeschi sulla pigmentazione della pelle. Infine, notizia di ieri, il portavoce dei cinquestelle Rocco Casalino se l’è presa con Daria Bignardi, che quattordici anni fa lo aveva svezzato davanti alle telecamere di Canale 5 nella prima edizione del «Grande Fratello», di cui l’attuale dirigente grillino fu uno dei protagonisti come insegnante di letteratura del pizzaiolo Salvo, quello che confondeva Dante Alighieri con il giudice di «Forum» Santi Licheri. Ne consegue che - a parte Grillo, che lavorava in Rai, e Di Battista, che non ha mai lavorato - l’unico tra gli attuali leader politici a non avere partecipato a un gioco o a un reality di Berlusconi è proprio Berlusconi.
Sbaglia per difetto chi sostiene che la nuova generazione di politici sia nata con le televisioni del Silvio. Ci è nata addirittura dentro, respirandone dal vivo i colori e gli umori, condividendone i sogni rapaci e il ritmo aggressivo. Non è un bene né un male: è un fatto. Quel diavolo d’uomo ci ha cambiato la testa molto prima di entrare in politica per cambiarci la vita. Sulla vita nutro ancora qualche speranza. Sulla testa, meno.
Massimo Gramellini