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E la Barracciu?
La doppia morale a sinistra esiste, nelle cose piccole e in quelle grandi. Cominciando dalle piccole: si può essere sollevati nell’apprendere che al culmine della crisi ucraina la ministra Pinotti abbia trovato il tempo per andare a sgranchire le gambe sue e della sua scorta in una maratona a Ostia. Ma non ci si può fare a meno di domandarsi che cosa avremmo detto se un ministro della Difesa di Berlusconi, magari proprio Gnazio La Russa, avesse lasciato curvo sui dossier euroasiatici qualche generalissimo secchione e se ne fosse andato allo stadio con il figlio Geronimo e gli amici Malanimo e Boro Seduto.
Passando a questioni più serie, l’intero Paese fa la ola per il congelamento del sottosegretario Gentile, il luogotenente calabrese di Alfano coinvolto in una storiaccia di intimidazioni a un giornale. Ma, terminata la ola, qualcuno comincia a chiedersi perché Gentile sia fuori dal governo mentre i quattro sottosegretari indagati del Pd rimangono dentro. Lascia stupefatti Francesca Barracciu, la vincitrice delle primarie sarde indotta a ritirarsi per via dell’indagine che le contesta una cresta di 33 mila euro sulle note spese. Come mai chi non andava bene per fare la governatrice a Cagliari va benissimo per fare il sottosegretario a Roma? Forse perché nel primo caso sarebbe stata sottoposta al vaglio degli elettori e nel secondo no? Quando Barracciu uscirà dall’inchiesta bianca come un giglio sarà un piacere riabbracciarne i talenti sottosegretariali, ma nel frattempo un governo senza indagati rappresenterebbe una novità rivoluzionaria. Molto più del Pastrocchium elettorale appena varato.
Massimo Gramellini