ebook di Fulvio Romano

giovedì 13 marzo 2014

Obiettivo Renzi: rottamare i pensionati...

La riduzione del cuneo sarà finanziata da  un ulteriore taglio dei servizi pubblici, probabilmente sanità e pensioni.

Perché la  rirucendo la spesa pubblica dal 2010,  ora incide sulla ciccia viva degli italiani. Per  quelli in servizio una partita di giro, per i pensionati, una perdita secca,

Il trattamento fiscale dei pensionati italiani è pesante e punitivo. Sia perché soffre dell’eccesso di prelievo che scaturisce dalla combinazione fra Irpef e addizionali regionale e comunale; sia perché, diversamente da quanto avviene nel resto d’Europa, il carico fiscale sulle pensioni è superiore a quello che grava sui redditi da lavoro dipendente di analogo ammontare. Basta ricordare un recente studio di  che ha confrontato  il rapporto tra fisco e pensioni in Europa.

Detrazioni inique: 1840 euro per i dipendenti, 1725 per i pensionati sotto i 75 anni

Da questo studio emergono due significative differenze particolarità tutte italiane:
•    l’importo    delle detrazioni d’imposta riconosciute ai pensionati (1725 € al di sotto      dei 75 anni  e a 1783 € oltre 75      anni è inferiore a quello previsto a favore dei redditi da lavoro  dipendente (1840 €);
•    nel  nostro Paese non vi è traccia dei trattamenti impositivi agevolati che      sono riconosciuti nella quasi generalità dei paesi europei, ricorrendo a      deduzioni maggiorate e, talora, esentando parzialmente dall’imposta sul      reddito l’importo della pensione.
Uno sgravio esiste però sulla previdenza complementare, quasi a voler cogliere, come si dice, due piccioni con una fava: Da una parte incentivare l’adesione ad essa, dall’altra considerare sia la pensione pubblica che quella complementare, un “unicuum” . In tal caso alla fine dei conti si vede che qualche riduzione c’è. Ma non per tutti, perché anche in questo caso si annida una ingiustificabile discriminazione.
•    Per i lavoratori del settore privato, sia per  le prestazioni in forma periodica che per le prestazioni in capitale viene applicata una ritenuta nella misura del 15%. Per ogni anno successivo al 15° di iscrizione  alla previdenza  complementare c’è una riduzione annua di 0,30 punti sino ad un massimo di 6 punti, cioè il 9%.
•    Per i lavoratori del settore pubblico, le prestazioni in forma periodica vengono tassate:sulla base imponibile al 31/12/2000 nella misura dell’87,50% e per le somme maturate successivamente con tassazione ordinaria, al netto di quanto già tassato. Le prestazioni in capitale invece sono soggette a tassazione separata. Come si vede  la differenza è tanta e poi c’è ancora chi domanda perché i ministeriali non aderiscono a Perseo e Sirio!

Per rendersi conto del peso della penalizzazione per i pensionati italiani, basta vedere innanzitutto quanto paga  un pensionato italiano rispetto ai suoi “colleghi” europei. A questo fine, Confeseercenti  ha individuato due livelli di pensione entro i quali si collocano i due terzi dei 16,5 milioni dei pensionati italiani: quelli corrispondenti a 1,5 volte ed a 3 volte il trattamento minimo Inps (pari, nel 2013, a 9.661 euro e, rispettivamente, a 19.322 euro).
I pensionati italiani pagano il 20,73% di imposte, in Spagna il 9,5%.

elaborazione Confesercenti

 

Ma il pericolo maggiore insito nella riduzione del cuneo consiste nel fatto che per avere a disposizioni risorse certe, si possa procedere alla riduzione delle pensioni retributive. Così si avrà una riduzione di segno positivo ed una corrispondente di segno negativo e l’equilibrio finanziario sta a posto.
Camillo Linguella

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