Imperia
Offensiva anti-punteruolo
in arrivo 16 mila palme
Semi dal Maghreb per produrre in Riviera piante da donare ai Comuni
Semi dal Maghreb per produrre in Riviera piante da donare ai Comuni
Sedici mila palme per i giardini della Riviera. «Quanto basta, nell’arco di una ventina di anni, non solo a ricostituire il patrimonio palmistico della Riviera, ma a renderlo ancora più grande. Rimediando, così, ai danni del punteruolo rosso», dice Claudio Littardi, presidente del Centro Studi e Ricerche per le Palme di Sanremo.
È un progetto scientifico, battezzato «Progetto Gerico» dal nome della città palestinese considerata la «città delle palme» per antonomasia, progetto curato dal Centro sanremese in collaborazione con l’Istituto Professionale per la Floricoltura «Domenico Aicardi». Ma è una vera e propria offensiva - la prima in questi termini - per contrastare l’insetto-killer che uccide le palme. Una strage che, sull’estremo ponente ligure, non ha ancora conosciuto i numeri di altre zone mediterranee (Sicilia, Spagna, etc) ma che comincia ad assumere dimensioni preoccupanti: sono già un migliaio, sul ponente ligure, le palme abbattute e altre 5 mila sono considerate a rischio. Ma è la prospettiva che preoccupa. Per ora non ci sono mezzi per contrastare il punteruolo che non può che proseguire il suo cammino. Mettendo a serio rischio il paesaggio della Riviera. Di qui il progetto che interverrà sull’ambiente, ricostruirà il patrimonio botanico, selezionerà le palme più resistenti al punteruolo. Non le «canariensis» che sono le più vulnerabile ma, piuttosto, le antiche «dactylifera» o le «washingtonia» che hanno dimostrato di resistere all’insetto-killer.
Cosa succederà con il progetto? «Nelle serre del nostro Centro e in quelle dell’Istituto Aicardi ma anche in quelle del giardino Winter di Bordighera - aggiunge Littardi - pianteremo i semi di palme da datteri che acquisteremo nel Maghreb. Ce ne sono oltre 200 varietà, non sono quelle da cui derivano i datteri che troviamo in commercio. Punteremo sulla biodiversità, prelevandole da diversi cultivar, cercando quelle con un patrimonio genetico importante. Produrremo i germogli di palma da cui, in tre anni, si avrà la pianta».
Il progetto, di fatto, è già iniziato. Un migliaio di palme saranno già disponibili nell’arco del 2014 e, nella primavera del 2015, le prime potranno essere donate ai Comuni. Un processo che continuerà nei prossimi anni e che ricostituirà e, addirittura, rafforzerà il patrimonio palmistico rivierasco salvando una componente irrinunciabile del nostro paesaggio. Prevediamo la messa a dimora, nell’arco di qual che anno, di almeno 16 mila piante».
BRUNO MONTICONE