ebook di Fulvio Romano

martedì 9 febbraio 2016

Dopo il primo sentore di primavera... un po’ d’inverno (da Provincia Granda del 4 febbraio 2016)

Dopo il primo sentore di primavera arriva finalmente un po' d’inverno.

di Fulvio Romano

Come forse ricorda chi ha la costanza di seguirci in queste note c'è un evento della natura che ogni anno aspettiamo con una certa trepidazione. Più che un evento o un fatto è piuttosto una sensazione, fatta di un non so che di profumi, di aria molle e dolce. E di rumori nuovi, anzi -diremmo- di una musicalità che prima non c'era. Insomma un'aura insolita che avvolge la campagnetta della collina che ci è cara e che d'un solo fiato definiamo come “il primo sentore di primavera”. Sole vivo ma un po' appannato dalle folate di “marìn” che si infilano tra i rami dei castagni, tepori ormai caldi che ti fanno abbandonare incautamente il maglione, un profumo d'erba novella che spinge in su, verde chiaro e selvatica E poi soprattutto, l'orchestra ritrovata degli uccellini che avevamo dimenticato dopo tante giornate brevi. Quest'anno, anno mirabile anzi inverno straordinario, l'abbiamo sentito questo sentore venerdì scorso e non abbiamo tralasciato di segnarcelo sull'agenda del gentiluomo di campagna che di anno in anno ci immerge nel calendario della natura. Un po' presto, troppo presto forse, ma ugualmente apprezzato, questo primo avviso di “prima estate”, anzi anche un po' di più del solito. Certo, ben sappiamo che, dopo queste folate di Foehn che lunedì hanno confermato la nostra sensazione e battuto antichi record del caldo, tornerà prima il freddo e poi arriverà la neve, in un ritorno-arrivo dell'inverno che in genere capita proprio a Carnevale. Ma quest'anno non è certo un timore, ma anzi una speranza e quindi una gradita attesa del “ritorno dell'uguale”. I 19/20 gradi di lunedì, che poi sono diventati 14-.15 martedì scenderanno e di molto tra giovedì e venerdì, quando il sole riprenderà campo dopo le nuvole di mercoledì, estese ma senza piogge in pianura. E sarà l'ennesima perturbazione atlantica che arriverà tra sabato e domenica a superare finalmente in forze la barriera alpina e a scaricare un po' d'acqua e neve su un Piemonte meridionale e su di una Granda quanto mai penalizzati finora dalla siccità imperante. I freddi arrivati dopo gli ultimi tepori favonici di mercoledì favoriranno così la formazione dei fiocchi la cui consistenza e quantità sono ancora al momento incerte. Confidiamo che le gocce che cominceranno dalle ore 18 all'incirca di sabato possano infittirsi nella notte fino al culmine attorno all'alba per poi degradare e cessare nel primo pomeriggio di domenica. Al momento si parla di una quarantina – cinquantina di millimetri (che in quota corrisponderebbero a circa mezzo metro di bianco strato) che a questo punto sarebbero una manna per i campi e per il boccheggiante turismo alpino. Tutto l'arco dalle Marittime alle Liguri dovrebbe esserne interessato e pazienza se al primo sentore di primavera seguirà – cosa strana- un primo sentore di inverno.