ebook di Fulvio Romano

venerdì 10 maggio 2013

Il blitz di Grillo sui rimborsi..

LA STAMPA

Italia

Blitz sui rimborsi

Ma la linea dura

di Grillo non passa

Stop alla “lista nera”, la decisione slitta ancora

Il taxista ci rimane di sasso quando l’autista di Beppe Grillo gli bussa sul vetro. «Ci siamo persi. Ci guida a Montecitorio?». Quello, esaltato, butta la cicca con gesto teatrale. «Seguitemi». E li porta fino a via della Missione dove l’auto del re dell’anticasta, il babau del potere inteso come privilegio, infila il portone al numero 8 facendo sussultare un antico commesso. «Neanche il presidente Napolitano si prende certe libertà. Se non piove parcheggia fuori e fa gli ultimi metri a piedi». Ma il divo-divinità vive in un contro-mondo tutto suo, in cui lui può e gli altri invece no. È splendente, giusto, lancillottesco. Anzi francescano, è così che dice. Se non fosse per un conto in banca non proprio da ultimo della Terra. In ogni caso è per questo che oggi è qui, inseguito da fotografi e telecamere, blandito come Wanda Osiris, ammirato dai suoi come Luigi XIV, il Re Sole. Per parlare ai suoi eletti della gestione dei soldi. Guai a chi svicola. Guai a chi mette in tasca i denari non rendicontati della diaria. Sacrilegio. E vergogna. Anche se il codice interno non lo specifica, è chiaro che chi sgarra rompe si chiama fuori dal Movimento. Come ha fatto il siciliano Venturino. «Tiene i soldi? È un pezzo di merda». Fucilato.

Nell’auletta dei gruppi i parlamentari stellati ci sono quasi tutti. Lo sanno che il papa ligure arriva minacciando la ghigliottina. Peggio la black list. Nudi davanti ai propri intransigenti elettori. «Metteremo nomi e cognomi di chi vuole tenersi i soldi», dice subito con una certa ferocia. Affonda, rosso come un fabbro che tira colpi di martello a un’incudine. «Non si fa la cresta su ciò che non è rendicontato». L’assemblea è muta. Nervosa. Sguardi torvi. Lui li percepisce. Per la prima volta il suo carisma non basta. Allora rallenta. Abbassa i toni. Prova a incantarli, come se avesse trovato il modo di riempire l’aria di pesci. Si lancia in un comizio in cui infila dentro tutto. Da Berlusconi «che in qualunque altro Paese civile sarebbe in galera» - come scrive in un suo post - ai nuovi rapporti da tenere con i media. «Evitate i talk show, ma andate in tv a spiegare le nostre idee. Fermatevi con i giornalisti per strada». Cerca di stordirli, di portarli altrove, ma quelli, appena il divo tace, ritornano secchi sull’unico argomento che li ha portati lì. «Il regolamento non dice di restituire l’eccedente». Uno, due, dieci. Le voci del dissenso si moltiplicano. Grillo prende tempo. Chiede al gruppo di votare la linea in un prossimo incontro. Passa l’idea che sarà necessario restituire i soldi ma che ciascuno potrà fare presente il proprio caso particolare.

Il senatore Maurizio Romani, avvertendo la fatica di una noia senza fine, è uno dei primi a lasciare questo incontro che durerà quattro ore. «Su questa storia ci siamo mossi col culo, non con la testa. Qui non ci sono solo ex disoccupati, ma anche gente che aveva - e ha - una vita strutturata». Lui, medico cinquantottenne, non ha voglia di farsi bacchettare come uno scolaretto. Non è l’unico a dimostrare disagio. La pugliese Giuliana Labriola spiega che la vita romana è costosa e che chi ha due figli e un marito - come lei - non può permettersi di trattare il denaro con leggerezza. «Noi restituiamo ogni mese 400 mila euro, oltre ai 42 milioni di rimborsi elettorali già dati. Direi che è abbastanza, no?». Non finisce qui. Sono troppi - almeno una cinquantina - i riottosi. Grillo abbraccia tutti. Ma nel fondo dei suoi accertamenti fisici dimostra indifferenza, come se il loro corpo e la loro immagine fossero una cosa differente. Saluta. Gigioneggia. «La diaria? La teniamo io e Casaleggio». Casaleggio. Il guru che non c’è. Rimasto a casa infastidito dalle voci sulle sue pressioni ai deputati che si occupano di bilanci. Soldi anche lì. Il papa ligure è di nuovo in auto. Stavolta la strada la conosce. «Siamo la vera protezione civile del Paese». Sgomma per Genova riponendo lo sguardo spiritato nella quotidianità della sera romana.[AND. MAL.]

Andrea Malaguti


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