“Ho, negli anni del mio mandato, considerato e affrontato come problema essenziale quello del ristabilimento di un clima corretto e costruttivo nei rapporti tra giustizia e politica”. E’ la riflessione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine dell’annunciato incontro con il comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura. La riunione era stata decisa dal capo dello Stato dopo l’incontro con i parlamentari del Pdl che ieri hanno occupato il Tribunale di Milano per protestare contro i giudici che chiedevano il legittimo impedimento per Silvio Berlusconi, ricoverato da venerdì all’ospedale San Raffaele prima per una infiammazione agli occhi poi per uno scompenso. Condizione che ha permesso l’accoglimento dell’istanza della difesa del Cavaliere nel processo Ruby.
“A più riprese, anche e in particolare dinanzi al CSM, ho sottolineato come i protagonisti e le istanze rappresentative della politica e della giustizia non possano percepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti in una comune responsabilità istituzionale. E ho indicato nel più severo controllo di legalità un imperativo assoluto per la salute della Repubblica” da cui nessuno può considerarsi esonerato in virtù dell’investitura popolare ricevuta. Con eguale fermezza – si legge nella nota del Quirinale – ho sollecitato il rispetto di rigorose norme di comportamento da parte di ‘quanti sono chiamati a indagare e giudicare’, guardandosi dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i principi del ‘giusto processo’ sanciti fin dal 1999 nell’art. 111 della Costituzione con particolare attenzione per le garanzie da riconoscere alla difesa“. Ieri i difensori del Cavaliere avevano presentato l’istanza di legittimo impedimento al processo Ruby dopo che era stata respinta analoga richiesta nel processo Mediaset dopo l’esito della visita fiscale.
“In vari momenti, anche relativamente recenti, ho potuto constatare il manifestarsi di tensioni meno acute e di occasioni di collaborazione tra le diverse forze politiche, in materia di giustizia, e più pacati rapporti con la magistratura requirente e giudicante. Ma troppe divergenze e vere e proprie contrapposizioni hanno finito per prevalere, bloccando in effetti la possibilità di talune, cruciali riforme nell’amministrazione della giustizia e nel corpo delle norme che la regolano. E in questo momento – argomenta Napolitano – si registra purtroppo un’allarmante nuova spirale di polemiche tra voci che si levano dall’uno e dall’altro campo. Altamente apprezzabile è stata l’iniziativa adottata dal Comitato di Presidenza del CSM con la dichiarazione del 4 febbraio scorso, per auspicare ‘sia lo svolgimento della consultazione elettorale in corso sia la celebrazione dei processi in condizioni di maggiore serenità”, evitando nei limiti del possibile “interferenze tra vicende processuali e vicende politiche’. Quell’auspicio venne largamente accolto, ma non posso oggi che rinnovarlo con la massima convinzione. In effetti alle elezioni del 24 febbraio, e anche per effetto della situazione che ne è scaturita, ma soprattutto per l’estrema importanza e delicatezza degli adempimenti istituzionali che stanno venendo a scadenza, occorre evitare tensioni destabilizzanti - è l’appello del presidente – per il nostro sistema democratico. Quegli adempimenti chiamano in causa ed esigono il contributo di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, e in particolar modo di quelle che hanno ottenuto i maggiori consensi”.
“E’ comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile. Non è da prendersi nemmeno in considerazione l’aberrante ipotesi di manovre tendenti a mettere fuori giuoco – ‘per via giudiziaria’ come con inammissibile sospetto si tende ad affermare – uno dei protagonisti del confronto democratico e parlamentare nazionale. Rivolgo perciò con grande forza un appello al rispetto effettivo del ruolo e della dignità tanto della magistratura quanto delle istituzioni politiche e delle forze che le rappresentano. Un appello, che volentieri raccolgo dalle parole oggi pronunciate da autorevoli giuristi, affinché in occasione dei processi si manifesti da ogni parte ‘freddezza ed equilibrio’ e affinché da tutte le parti in conflitto – in particolare quelle politiche, titolari di grandi responsabilità nell’ordinamento democratico – si osservi quel senso del limite e della misura, il cui venir meno esporrebbe la Repubblica a gravi incognite e rischi”. Questa mattina il capo dello Stato aveva espresso rammarico per l’iniziativa del parlamentari del Pdl.