ebook di Fulvio Romano

domenica 24 marzo 2013

"U Pastu”, l'Ultima Cena di Cesio (IM)


da La Stampa di Imperia:

cesio tradizione che risale alle confraternite

Giovedì torna “U Pastu”
che ricorda l’Ultima Cena


Il Giovedì santo si rinnova a Cesio una tradizione che ormai rimasta un unicum in provincia: «U Pastu» di Cesio, rievocazione dell’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli che per questo motivo vede riuniti a tavola soltanto gli uomini del paese, mentre le donne sono in cucina. Il pranzo in comune, unito a riti religiosi, è organizzato dalla Confraternita di San Giovanni, guidata da un priore affiancato da un sottopriore e un «maestro dei novizi». La riunione dei confratelli («cunfrai») si tiene nella sala dove un tempo sorgeva la Società del mutuo soccorso.
«U Pastu» è il nome in dialetto della Coena Domini. La nascita dell’evento corrisponbe alla formazione stessa delle confraternite. In origine il «Pasto» era veramente modesto: si riduceva a un po’ di focaccia, fatta con farina e buon olio. Con la coltivazione diffusa delle olive taggiasche, l’olio venne abbinato a una prelibatezza in arrivo dal Nord Europa, lo stoccafisso, oggi d’elite ma un tempo di uso comune, che è divenuto parte integrante del menu a Cesio.
I confratelli arrivano portando da casa piatte e stoviglie raccolti un grande tovagliolo annodato, «a mandià». S’inizia con un antipasto costituito da tonno sott’olio, acciughe salate, olive in salamoia e verdure. Viene quindi servita la pasta di mostaccioli condita con uno speciale sugo di magro, naturalmente soffritta in olio d’oliva e con una spruzzata di vino rosso. Come secondo c’è la «buridda» di stoccafisso, cioè «stocco» bollito e condito con olio, sale, prezzemolo e aglio. Il pasto si conclude con baccalà fritto.
Al termine dell’incontro conviviale vengono intonato il «Miserere», in memoria dei coniugi che nel 1908 donarono il terreno su cui sorgeva la Società operaia, quindi il «De Profundis». [e. f.]