da La Stampa di Imperia:
cesio tradizione che risale alle confraternite
Giovedì torna “U Pastu”
che ricorda l’Ultima Cena
Il Giovedì santo si rinnova a Cesio una tradizione che ormai rimasta un unicum in provincia: «U Pastu» di Cesio, rievocazione dell’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli che per questo motivo vede riuniti a tavola soltanto gli uomini del paese, mentre le donne sono in cucina. Il pranzo in comune, unito a riti religiosi, è organizzato dalla Confraternita di San Giovanni, guidata da un priore affiancato da un sottopriore e un «maestro dei novizi». La riunione dei confratelli («cunfrai») si tiene nella sala dove un tempo sorgeva la Società del mutuo soccorso.
«U Pastu» è il nome in dialetto della Coena Domini. La nascita dell’evento corrisponbe alla formazione stessa delle confraternite. In origine il «Pasto» era veramente modesto: si riduceva a un po’ di focaccia, fatta con farina e buon olio. Con la coltivazione diffusa delle olive taggiasche, l’olio venne abbinato a una prelibatezza in arrivo dal Nord Europa, lo stoccafisso, oggi d’elite ma un tempo di uso comune, che è divenuto parte integrante del menu a Cesio.
I confratelli arrivano portando da casa piatte e stoviglie raccolti un grande tovagliolo annodato, «a mandià». S’inizia con un antipasto costituito da tonno sott’olio, acciughe salate, olive in salamoia e verdure. Viene quindi servita la pasta di mostaccioli condita con uno speciale sugo di magro, naturalmente soffritta in olio d’oliva e con una spruzzata di vino rosso. Come secondo c’è la «buridda» di stoccafisso, cioè «stocco» bollito e condito con olio, sale, prezzemolo e aglio. Il pasto si conclude con baccalà fritto.