Alessandria
MALTEMPO. GRIDO D’ALLARME DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
“Produzione del mais
compromessa al 45%”
Troppe piogge, gli agricoltori chiedono lo stato di calamità
Troppe piogge, gli agricoltori chiedono lo stato di calamità
Agricoltura nella morsa del maltempo. Coldiretti, Confagricoltura e Cia chiedono alla Regione la dichiarazione dello stato di calamità naturale. In provincia, secondo le stime, il raccolto di mais è compromesso al 30-45% e almeno al 30% è rovinata la raccolta di fieno maggengo.
Nelle campagne, così come in tutto il Piemonte, l’eccessiva pioggia sta avendo conseguenze devastanti sui raccolti. Cade da marzo la pioggia - salvo qualche sporadica pausa -, e ancora persiste. I campi di pianura sono ormai trasformati in acquitrini, con mais e grano che «asfissiano»; mentre nelle terre di collina si segnalano frane e smottamenti. In più, in provincia vanno sommati i danni «irreversibili» provocati a mais e grano dalla grandinata abbattutasi su parte dell’Alessandrino il 12 maggio.
Questo il punto fatto ieri dai presidenti provinciali Roberto Paravidino (Coldiretti), Luca Brondelli (Confagricoltura) e Carlo Ricagni (Cia): «Sulle coltivazioni autunno-vernine (come frumento tenero e duro, orzo, triticale: tanto per citare le principali) i danni sono dovuti alla “sommersione” delle colture e al ritardo o addirittura all’assoluto impedimento delle operazioni colturali, con ripercussioni economiche di straordinaria gravità per le aziende colpite».
Tecnicamente, questa la situazione: «Tra le colture primaverili, cipolla, patata, pomodoro e barbabietola da zucchero stanno patendo danni di tipo parassitario e patologico. Per il pomodoro, inoltre, la concentrazione delle superfici trapiantate potrebbe provocare gravi ripercussioni logistiche e organizzative durante le fasi di raccolta e consegna all’industria di trasformazione. La situazione del mais, coltura primaverile di eccellenza della nostra provincia, vede gran parte della superficie che non è ancora stata seminata, mentre le colture presenti in campo stanno subendo diradamenti e ritardi vegetativi, con conseguenti possibili attacchi dei parassiti. Non sfuggono ai danni neppure colture frutticole e viticole».
Particolare attenzione merita anche «il danno a infrastrutture, strade, fossi, terreni collinari interessati da frane e smottamenti: per il ripristino, le aziende dovranno sopportare spese che non potranno essere sostenute in base alle previsioni dei bilanci annuali; il riconoscimento dello stato di calamità consentirà che siano deliberati interventi di aiuto e di soccorso a favore delle aziende agricole della provincia».
GIORGIO LONGO