Da IL FATTO QUOTIDIANO
Pare che la lista dei prossimi ministri, da cui sono stati “espunti” i nomi di Grasso e Boldrini per elevarli “a più alto incarico”, sia custodita gelosamente da Bersani, ma alcuni cominciano a circolare con maggiore insistenza di altri, per quanto nell’indeterminatezza di queste ore. Rodotà, per esempio, dato anche come nome spendibile per il Quirinale, ma anche Andrea Guerra, ceo di Luxottica e Carlo Petrini, patron di Slow Food. E, ancora, Don Ciotti e Giuseppe De Rita, ma anche Emma Bonino che altri, invece, spenderebbero come ruolo di rottura per il Colle con un sostegno assolutamente trasversale. Oppure alla Farnesina.
E poi il costituzionalista Zagrebelsky, il cui nome sarebbe stato visto bene alla Giustizia. Insomma, più che “tecnici” in senso stretto, Bersani vorrebbe dare spazio a personalità dalla convinzione politica assolutamente chiara ma a loro modo “esperti” in alcuni settori e, soprattutto, capaci di gestire situazioni di grande responsabilità. Politica e personale. Un governo “dei sogni” per Bersani che al momento potrebbe restare veramente tale se l’intesa con la Lega non verrà codificata in qualche modo. Al Nazareno si pensa comunque ad un esecutivo non di lunga gittata, capace di raccogliere la fiducia grazie alla Lega che non vuole andare a votare e che di volta in volta si muove in Parlamento a caccia di fiducia sul contenuto delle leggi. Non a caso, Bersani ha intenzione di presentare subito un nuovo articolato sul conflitto di interessi, abrogando la legge Frattini.