Da La Stampa
Ecco il punto: il primato del Quirinale. Certo, al Capo dello Stato la Costituzione ha assegnato poteri significativi, la presidenza del Consiglio supremo di difesa e del Csm, il potere di nomina dei governi e di scioglimento delle Camere, ma da qualche anno è come se tanto altro, quasi tutto, passasse dal Colle. «Ma certo - sostiene l’ex dc Gerardo Bianco, uno dei protagonisti della fase di passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica - fino a quando il potere dei partiti e della politica è stato forte, i Presidenti provavano a fare delle incursioni ma erano costretti a rientrare. Ma ora il Quirinale - questo è il punto - è diventato l’epicentro del sistema per effetto della grande ritirata dei partiti, che ha avuto il punto terminale l’altro giorno con l’elezione di due presidenti delle Camere, due personalità di grande valore, ma che evidenziano un paradosso concettuale: chi fa politica, in quanto tale, è inidoneo a svolgere una funzione così politica!». Un protagonismo dei Capi dello Stato, che precede la presidenza Napolitano: «Pertini è stato un grande ricucitore, grazie alla sintonia istintiva, quasi animalesca con la gente comune - sostiene il costituzionalista Pietro Armaroli -. Cossiga non mordeva ma “abbaiava”, Scalfaro non sempre abbaiava ma ha morso i polpacci di Berlusconi imponendo lo scioglimento anticipato del 1994, Ciampi ha riunificato le pagine sciolte della storia nazionale, Napolitano ha riempito egregiamente il vuoto dei partiti». Anche se, mentre i partiti si squagliavano, la «supplenza» del Quirinale è stata aiutata da un alleato inaspettato, come sostiene il costituzionalista Stefano Ceccanti, già senatore Pd: «La Costituzione italiana, come hanno scoperto negli anni autorevoli studiosi internazionali e contrariamente a quanto è stato ripetuto da noi, assegna alla Presidenza della Repubblica poteri significativi, che per decenni sono restati in “sonno”, perché attratti dai partiti: lo scioglimento delle Camere lo decidevano i segretari e il Presidente faceva da notaio, persino i giudici costituzionali di nomina presidenziale venivano contrattati dalle correnti Dc. Poi il sistema si è disintegrato e frammentato e i poteri del Capo dello Stato si sono via via espansi, persino alla gestione dell’inizio legislatura, come accade in queste ore». Come diceva il generale De Gaulle: «Il potere non si prende, si raccatta».
fabio martini