...da La Stampa
Il sacerdote beato in segreto
commuovel’Argentina
La notizia (anticipata ieri da La Stampa) che Francesco aveva firmato i documenti per la canonizzazione di un prete ucciso dalla giunta militare nel 1976 è stata ripresa ieri da tutti i media argentini.
Una decina di radio e tv ci hanno chiamato per confermarla, e i siti dei principali quotidiani, a partire dal Clarìn, l’hanno ripubblicata.
Il motivo è che nessuno sapeva di questa iniziativa presa da Bergoglio quasi due anni fa, quando era arcivescovo di Buenos Aires e non c’era alcuna campagna papale in vista, e il suo intervento smentisce nei fatti molte delle critiche avanzate contro il nuovo pontefice per l’atteggiamento nei confronti della dittatura.
Carlos Murias era un prete francescano e terzomondista che operava nella provincia di La Rioja, con il vescovo Angelelli. I militari erano contrari alla pastorale sociale per aiutare i campesinos, e quando presero il potere minacciarono Murias. Il sacerdote però non fermò le sue attività e il 18 luglio del 1976 fu rapito. Due giorni dopo il suo cadavere, orrendamente torturato a sfigurato, fu trovato in un campo.
Nel maggio del 2011 Bergoglio ha firmato i documenti per avviare il processo di canonizzazione, e questa notizia ha colpito i media argentini, che negli ultimi giorni sono stati riempiti dalle polemiche sull’atteggiamento che l’ex arcivescovo aveva avuto nei confronti di due preti gesuiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, arrestati a torturati dai militari. Ancora ieri, il sito del Clarin ha pubblicato un video sull’interrogatorio di Bergoglio per il processo relativo a questo caso.
L’iniziativa relativa a Murias, però, dimostra come Francesco abbia sempre avuto attenzione per le violazioni dei diritti umani, e la discrezione con cui l’ha presa lascia pensare che abbia scelto di agire in silenzio anche in altre occasioni. [p. mas.]
Copyright 2013 La Stampa