ebook di Fulvio Romano

domenica 8 luglio 2012

Frammenti storici di ordinaria idiozia politica...

Al principio degli anni '90 la neonata Specola del Liceo Scientifico di Cuneo, che con alcuni colleghi, sponsor privati e Fondazione Crc avevo contribuito a creare per poi dirigerla per una decina d'anni, ebbe l'opportunità di aderire fattivamente ad un progetto importante dell'Osservatorio di Pino Torinese: la creazione sulle Alpi Marittime di una postazione sperimentale osservativa di verifica della qualità di un sito (su di una sporgenza pietrosa alle Salsas Blanchas al Pian della Gardetta in valle Stura a circa 2.500 m. di quota, zona servita da strada sterrata ), in previsione di costruirvi in seguito il nuovo Osservatorio di Pino, ma in quota alta e raggiungibile, con cielo buio tra i migliori del Settentrione e con scarsa turbolenza atmosferica).Il progetto portato avanti da Walter Ferreri, valente tecnico di Pino, subì un inaspettato contraccolpo. Venne infatti di fatto stoppato dalla "solita" "controproposta" che così sovente in provincia ha l'effetto di tarpare le ali ad ogni innovazione. L'affossatore dell'Osservatorio della Gardetta fu la meteora politica di un senatore monregalese leghista che, pur finendo poi presto di brillare, ebbe però tempo per spegnere del tutto il progetto Cuneese-Torinese. Come? Proponendo - in forza dei nuovi equilibri politici.- un altro sito, il pian Balaur, posto - senza strade di accesso- sul nebbioso crinale ligure piemontese delle Alpi Liguri, e cioè monregalesi! Comprensibile il campanilismo per fini elettorali, meno per le esigenze scientifiche, visto che non si evitò alla delegazione torinese, trasportata sollecitamente in elicottero sul sito del senatore, di dover poi tornare a piedi a valle - grazie alla sopraggiunta nebbia, così frequente in quei luoghi tra terra e mare- scendendo tra i sassi con i mocassini leggeri da passeggio!Morale: grazie ad una certa politica ed ai suoi astri nascenti e calanti, della Gardetta non se ne fece più nulla. Così come nulla, peraltro, si fece in Cuneo città per il progetto di Planetario multimediale astronomico che, a nome dell'Associazione per lo Sviluppo Culturale e Scientifico nel Cuneese, presentammo alla Fondazione e al Comune. Una struttura che avrebbe potuto dare un target significativo per il turismo di qualità del Nord Italia e della Francia e un profilo culturale alla città capoluogo svanì perché, mentre la Fondazione era disponibile ad un progetto in cui il Presidente, come mi disse, credeva, l'allora neonata giunta Rostagno aveva invece in mente altri progetti. Comunque, oggi il Planetario c'è, ma a Torino. Fulvio Romano