lunedì 30 luglio 2012
Diario minimo "Vinguìn". Il Mandorlo.
La foto ha ripreso in primissimo piano il nostro Mandorlo. Va scritto con la maiuscola perché per noi è "il" mandorlo, per antonomasia. Adesso è ridotto a siepe (che curiamo mensilmente sacrificando giovani e teneri virgulti che sarebbero la gioia dei conigli che non abbiamo. Ma un tempo era quanto di più invasivo potesse esistere. Apparteneva allora ad un vicino gentile, Giacômìn (che faceva il miglior Vermentino di Lingueglietta) il quale, quando arrivavamo dal Piemonte e trovavamo la cucina invasa dai rami e dalle foglie del Mandorlo, tagliava pazientemente il di troppo rendendoci così la vista del mare. Poi Giacômìn se ne è andato, e con lui quel Vermentino che sapeva fare, il mandorlo fu reciso alla base e noi scoprimmo così di essere sull'orlo di uno strapiombo quasi sul mare... Poi ci toccò in sorte quel pezzo di terra su cui l'albero affondava radici che ripresero ben presto a produrre foglie, rametti verde pisello e fiori (oltre che mandorle amare). E decidemmo (anzi, decise lui) di tenercelo sì, ma ridotto a siepe. Così non ci toglie il mare e fa il suo discreto mestiere di siepe. Intanto, noi ci siamo abituati a vivere su di uno strapiombo sul mare.