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CASA DELLO STUDENTE, LA MOTIVAZIONE DELLE CONDANNE
CASA DELLO STUDENTE, LA MOTIVAZIONE DELLE CONDANNE
“La scossa all’Aquila
non era imprevedibile”
Il terremoto dell’Aquila che ha portato al crollo tra gli altri della Casa dello studente «non era affatto imprevedibile». Lo sottolinea il giudice del tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco nelle motivazioni sulla sentenza di condanna di 4 imputati e assoluzione di altrettanti, depositate ieri.
Secondo Grieco, nella tragedia del crollo della Casa dello studente (che il 6 aprile 2009 fece otto vittime tra i giovani ospitati), «i tecnici hanno colpevolmente e reiteratamente ignorato tutte le prescrizioni». Il 16 febbraio scorso con la quale sono stati condannati tre dei quattro tecnici che gestirono la ricostruzione della struttura alla pena di 4 anni, Berardino Pace, Pietro Centofanti, Tancredi Rosicone. Per quanto attiene invece al tecnico dell’Azienda per il diritto allo studio che gestisce l’immobile, Pietro Sebastiani, condannato a due anni e mezzo, il giudice ha rilevato che lo stesso «non ha provveduto a fare il collaudo statico dell’immobile». Per tutti gli imputati l’accusa è di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose.
Il terremoto che ha colpito L’Aquila il 9 aprile 2009 era «atteso», ma «non prevedibile»: così il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato ha commentato le motivazioni della sentenza depositate dal giudice Giuseppe Grieco. «Se “non imprevedibile” significa “prevedibile”, allora non sono assolutamente d’accordo. E con me non sarebbe d’accordo la comunità sismologica internazionale. Diverso è - ha concluso - se intendiamo che in una certa area ad elevata pericolosità come quella dell’Abruzzo un terremoto con le caratteristiche di quello del 2009 era “aspettato”, o possibile».