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domenica 3 marzo 2013

Pensioni: in 15 anni bruciato un terzo del potere d'acquisto....

Da TUTTO SUL LAVORO MAGAZINE:


In 15 anni bruciato un terzo del potere d’acquisto




Quasi il 33% in meno. Ecco quanto ha perso una pensione in termini di potere d’acquisto tra il 1996 e il 2011. A denunciare questo crollo di oltre un terzo del valore è Spi-Cgil, cioè il Sindacato Pensionati Italiani, che nelle sue valutazioni prevede un ulteriore peggioramento nei prossimi anni a causa dello stop alle rivalutazioni annuali imposto dal Governo Monti con la Riforma Fornero. Un blocco che ha mediamente sottratto a 6 milioni di pensionati 1.135 euro in due anni.

Facendo qualche calcolo, un anziano che percepisce 1.200 euro netti, nel 2012 ha visto sparire 28 euro al mese dal proprio assegno e nel 2013 quei 28 diventeranno 60; un pensionato che invece ritira 1.400 euro netti ha perso, lo scorso anno, 37 euro al mese, mentre nel 2013 la somma persa sarà addirittura di 78 euro. Una tendenza al ribasso che, sempre nel periodo 1996-2011, ha portato l’ammontare di una pensione media a ridursi del 5,1%.

Se consideriamo poi che nell’anno in corso le tasse e le tariffe aumenteranno notevolmente, senza risparmiare i pensionati, le prospettive non sono delle migliori. In particolare, Spi-Cgil ha calcolato che tra balzelli e bollette i pensionati dovranno sostenere una spesa media totale di 2.064 euro pro-capite; il 20% in più in confronto a quanto pagato nel 2012. Andando poi nello specifico, per quanto riguarda le imposte, le varie addizionali regionali e comunali IRPEF, IMU e TARES preleveranno dai portafogli dei pensionati una media di 640 euro a testa (+12% rispetto al 2012); le tariffe per telefonia fissa, acqua, luce, gas e riscaldamento, determineranno invece una spesa media di 1.424 euro, senza contare il Canone Rai e l’incremento dell’IVA dal 22% al 23% a partire da luglio.

Con il blocco delle rivalutazioni, gli assegni pensionistici rischiano quindi di non garantire più il sostegno necessario a chi li percepisce. E anche se questo stop riguarda unicamente le pensioni superiori a tre volte la soglia minima (cioè fino a 1.405,05 euro), coloro che dal 1° gennaio 2013 hanno visto i propri importi adeguarsi al costo della vita non hanno riscontrato incrementi notevoli, considerato che si è trattato di un aumento del 3,1%. Lo stesso Segretario generale del Sindacato dei Pensionati, Carla Cantone, ha dichiarato che “occorre intervenire con urgenza per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, rimuovere l’odioso blocco della rivalutazione annuale, alleggerire il carico fiscale e rilanciare welfare e sanità”.

Laura Giulia Cerizza
Redazione Global Publishers