Italia
Lega-M5S,
l’intesa perfetta
dietro il teatrino
dei finti screzi
L’attracco della nave Diciotti con il suo carico di 67 naufraghi di varie nazionalità non ha posto fine alle polemiche tra Salvini e Di Maio sull’immigrazione e su altro. Mentre il premier Conte, nei ritagli di tempo del vertice Nato di Bruxelles, tornava a parlare del problema con Merkel e Macron, i due vicepremier hanno continuato per tutto il giorno a rincorrersi: strano destino per due leader che hanno costruito il loro successo sulle critiche al teatrino della politica, salvo poi metterne su uno quotidiano a uso e consumo dei rispettivi interessi elettorali.
Di Maio ha aggiunto un attacco (assai rischioso per il carattere dell’obiettivo scelto) al ministro Savona, per le sue affermazioni di martedì a proposito dei rischi del sistema euro, mentre Salvini fino a sera insisteva per indurire il trattamento per gli immigrati della Diciotti, sulla quale aveva preteso di far salire anche la polizia, dopo la ribellione di alcuni di loro contro il tentativo di riportarli in Libia. Una messinscena a puro favore di telecamere, come quella che il leader leghista prepara in occasione del prossimo incontro con la sindaca di Roma Raggi per affrontare il problema dei rom nella Capitale.
Ma al di là delle quotidiane iniziative di propaganda i due (non) alleati continuano ad andare perfettamente d’accordo e a risolvere di comune intesa tutte le più spinose questioni aperte sulla strada del governo. Ultime, ma non in ordine di importanza, le implicazioni del «decreto dignità» dopo le critiche di imprenditori grandi e piccoli alle riduzioni di flessibilità sul mercato del lavoro. Venendo incontro alle richieste del collega leghista, Di Maio ieri ha annunciato il ritorno ai voucher in settori più tradizionalmente a occupazione stagionale come il turismo e l’agricoltura. Si tratta, con evidenza, di uno spiraglio destinato ad allargarsi, anche se il ministro dello Sviluppo economico ha raccomandato al Parlamento di trovare il modo di limitare l’uso di questi strumenti. Sarà interessante, a questo punto, vedere quali saranno le reazioni della Cgil, che aveva accolto favorevolmente il «decreto dignità»; ma sui voucher, denunciandone l’abuso, era arrivata a proporre un referendum: evitato in extremis nel 2017 dal governo Gentiloni, modificando la legge destinata a essere abrogata nelle urne.
marcello sorgi