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venerdì 20 luglio 2018

Zuckerberg choc “Non cancellerò post che negano l’Olocausto”

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Zuckerberg choc

“Non cancellerò

post che negano

l’Olocausto” 

Mark Zuckeberg di nuovo nella bufera, stavolta per l’Olocausto. Il fondatore di Facebook ha detto che non intende cancellare dal suo social network i negatori della strage degli ebrei, perché anche se non comprendono bene cosa sia successo, non lo fanno intenzionalmente. Con questo, oltre a provocare critiche per il tema scelto allo scopo di spiegare la sua posizione, ha dimostrato anche la leggerezza con cui Facebook considera il problema delle fake news e delle informazioni false, diffuse allo scopo di dividere e provocare reazioni sbagliate.

L’incidente è nato da un’intervista col sito Recode, durante la quale Kara Swisher gli ha chiesto perché il suo social network non bandisce utenti come InfoWars, che ha sempre negato la strage dei bambini avvenuta nella scuola di Sandy Hook, perché la considerava un trucco usato per spingere la gente a chiedere di limitare la vendita di armi. «Io - è stata la risposta di Zuckerberg - sono ebreo, e ci sono persone che negano che l’Olocausto sia avvenuto. Trovo queste posizioni profondamente offensive. Ma alla fine dei conti, non credo che la nostra piattaforma dovrebbe cancellarle, perché ritengo ci siano cose che persone differenti posso prendere in maniera sbagliata. Io non penso che sbaglino in maniera intenzionale. Tutti sbagliano qualcosa, e se eliminassimo gli account quando qualcuno capisce male alcune cose, diventerebbe un mondo difficile dove dare una voce alla gente e sostenere che ci tieni». La polemica è scoppiata immediatamente, ed è diventata così intensa che il giorno dopo Zuckerberg è stato costretto a pubblicare una rettifica: «Io personalmente trovo le negazioni dell’Olocausto profondamente offensive, e assolutamente non intendevo difendere le intenzioni delle persone che lo negano».

Il punto però non è questo. È ovvio che Mark ha sbagliato, perché in genere chi nega l’Olocausto non lo fa commettendo un errore in buona fede, ma con la precisa volontà di cancellare quella tragedia per ragioni politiche o razziali. Il problema più generale è che Zuckerberg non riesce ad accettare la responsabilità di Facebook per le opinioni a cui offre una piattaforma, come dovrebbe fare ad esempio un giornale. Non riconosce di essere un editore, ma si considera solo uno strumento. E fino a quando non cambierà questa opinione, con le relative iniziative da prendere per garantire l’appropriatezza dei contenuti pubblicati, i suoi guai continueranno. 

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PAOLO MASTROLILLI