Cuneo
agricoltura. viticoltori ottimisti
Ottobre ha riscritto
il finale alla vendemmia
Il Barbaresco 2014? «Sarà senz’altro un vino grande, longevo, intenso di colore e ricco di personalità. Che volete di più, in un’annata a cui troppi hanno cantato il de profundis ben prima del necessario?».
A parlare è la presidente dell’Enoteca regionale del Barbaresco, Laura Giordano. Dopo aver atteso che anche gli ultimi grappoli di nebbiolo fossero al sicuro nelle cantine di Langa, ha preso carta e penna e scritto una «lettera aperta» per far sapere che «in un’Italia settentrionale che ha dovuto convivere con un’estate in cui le fasi fredde hanno spesso superato quelle calde, la zona del Barbaresco ha goduto di una situazione privilegiata, forse la più lusinghiera di tutto il Nord della Penisola».
In effetti, dopo un luglio e un agosto passati a contare i millimetri di pioggia, sono seguiti un settembre e un inizio ottobre con sole e temperature miti che hanno riscritto il finale a molte uve. Così, se i vitigni precoci come moscato e dolcetto hanno incontrato maggiori difficoltà, per barbera e nebbiolo è andata molto meglio del previsto. E se sul versante Barolo la grandine ha complicato un po’ le cose in varie zone, sarà forse proprio il Barbaresco a riservare le sorprese più piacevoli nell’annata 2014.
Adriana Marzi, titolare della piccola Cantina del Glicine a Neive, è d’accordo. «Non più di un mese fa - dice - eravamo quasi disperati. Poi, il finale d’estate sulle nostre colline è stato veramente da manuale. E adesso, dopo tanti timori e tanta fatica in vigna, ci troviamo di fronte a una conclusione di vendemmia più che positiva, anche se in alcuni casi abbiamo rinunciato fino al sessanta per cento del prodotto per ottenere un buon risultato qualitativo».
roberto fiori