Da La Stampa di Imperia
Imperia
Sempre più russi in Riviera: turismo ma anche business
Non solo vacanze. Secondo voci gruppi avrebbero messo gli occhi addosso su grandi hotel cittadini
È una Russia più «borghese». Senza i nomi altisonanti dell’aristocrazia di un tempo. I Tallevici (che costruirono la Chiesa russa), Merezkovsky consigliere di stato dello zar o Aleksey Tolstoij parente del più celebre Leone Tolstoj per non arrivare addirittura alla zarina Maria Aleksandrovna non ci non ci sono più. Sono passati più di un secolo e un regime, quello sovietico, che troncò bruscamente il cordone ombelicale tra Mosca, San Pietroburgo e la Riviera. Ma con gli aristocratici di un tempo, gli spesso ricchi borghesi russi di oggi - ritornati turisti dopo la caduta della cortina di ferro - hanno in comune una cosa: l’amore per la Riviera. Per Sanremo in particolare. Ogni settimana all’aeroporto di Genova atterrano sette voli charter che portano turisti russi. «Si distribuiscono fra la Riviera di levante, quella di ponente e la Costa Azzurra. Sanremo fa la parte del leone perchè ha una grossa fama in Russia che deriva dai tempi dell’aristocrazia zarista. Bene anche Alassio e, d’estate, Diano Marina. Sono le città più amate da questi turisti», dice Igor Varnero, albergatore e presidente della Federalberghi matuziana.
I russi, insomma, sono tornati. I segnali sono tantissimi. Basta fare un giro per Sanremo: agenzie immobiliari che «parlano» russo (sotto il casino ce ne sono due e in piazza San Siro), altre attrezzate con interpreti, insegne bilingui, offerte in lingua cirillica e pubblicità online verso la Russia. Negli alberghi cittadini si sente sempre di più parlare russo. E, non a caso, un liceo - l’Aprosio di Ventimiglia - ha annunciato che, dalla prossima stagione, ci sarà un corso di lingua russa. Il primo, in Riviera, in una scuola pubblica. In più l’ultimo Festival della Canzone targato-Fazio è stato trasmesso in diretta dalla televisione russa. E non solo per la presenza, all’Ariston, del Coro dell’Armata Rossa. Segno dei tempi. D’altra parte i numeri sono in crescita. Nel 2012, secondo i dati ufficiali dell’ufficio turistico della Provincia, di fatto l’ex Apt, a Sanremo sono stati 12892 gli arrivi di russi (con 57175 presenze). Un trend in crescita anche in tempo di crisi (che non sembra toccare Mosca e dintorni) visto che, nel 2011, gli arrivi erano stati 10055 (per 44941 presenze). «Ormai - continua Varnero - sono,la corrente turistica più importante dopo i tedeschi. Anzi, in estate li superano».
Ma com’è l’identikit di questo nuovo russo innamorato della Riviera? «E’ una clientela media, arrivano in gruppi familiari, amano lo stile di vita italiano, hanno una buona propensione alla spesa ma controllata, senza sprechi. Ricordano un po’ i tedeschi Anni 50. E, poi, c’è una nicchia di turisti molto ricchi che frequentano alberghi a cinque stelle», aggiunge, ancora, Varnero.
Ma c’è anche una certa propensione, da parte dei più abbienti, all’investimento sul mattone Un fenomeno di cui, finora, ha beneficiato soprattutto la Costa Azzurra ma che sta investendo anche Sanremo e la Riviera anche se, per ora, in misura ancora marginale. «Negli ultimi tempi è cresciuta la clientela russa. È una clientela particolare, facoltosa, che chiede alloggi medio-alti. I russi amano ville appartamento spaziosi, con vista mare», dice Mario Camillino, agente immobiliare sanremese. Una richiesta non sempre facile soddisfare a Sanremo. Anche per questo, finora, sono finiti in Costa Azzurra molti potenziali clienti rivieraschi. Ma è un fenomeno in evoluzione. I russi - dopo decenni passati nei loro confini - sembrano aver voglia, non solo di viaggiare, ma anche di far viaggiare i loro capitali. Si parla di business vero e proprio, di investimenti che potrebbero interessare strutture turistiche e grandi «case» alberghiere. Secondo alcune voci gruppi russi avrebbero messo gli occhi su grandi e storici alberghi cittadini come il Londra o l’Astoria, quest’ultimo attualmente in fase di ristrutturazione.
BRUNO MONTICONE
torna all'elenco degli articoli
Copyright 2013 La Stampa