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sabato 2 marzo 2013

Grillo: soldi per stipendi e pensioni solo per sei mesi....

Allarmante dichiarazione di Grillo sul cappio del debito pubblico e sull'esaurimento delle casse dello Stato (da IL FATTO QUOTIDIANO on line):

Grillo: “L’Italia rinegozi il debito” E ribadisce: “Mai fiducia a nessun governo”
Scoppia un caso dopo l'anticipazione di un'intervista del leader 5 Stelle rilasciata al settimanale tedesco Focus. All'inizio sembrava che il genovese fosse pronto a sostenere un esecutivo Pd-Pdl, ma presto si è affrettato a precisare sul suo blog: "Noi voteremo solo se ci fossero in programma la riforma elettorale e i tagli ai costi della politica". La giornalista Reski: "L'articolo non viene tradotto, ma distorto"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 marzo 2013Commenti (3216)


L’Italia non ha più chances se non quella di rinegoziare il suo debito. Secondo Beppe Grillo nel giro di sei mesi i partiti ”non potranno più pagare le pensioni, né gli stipendi pubblici” e “se gli interessi sul debito ammontano a 100 miliardi di euro all’anno, siamo morti”. Sulle possibili alleanze in vista del nuovo esecutivo, in un’intervista al tedesco Focus, si è detto pronto a sostenere un governo Bersani-Berlusconi, ma solo a patto che si discuta di taglio ai costi della politica e riforma elettorale. La giornalista Petra Reski ci ha tenuto a precisare che il leader M5S non ha mai aperto a un governo Pd-Pdl, a meno che “dicessero legge elettorale subito, via i finanziamenti retroattivi, massimo due legislature e vanno fuori tutti quelli che hanno più di due legislature, così noi appoggiamo qualsiasi governo”. Dal suo blog il leader genovese poi si è scagliato contro Nichi Vendola: “Si è ingrillato all’improvviso dopo le elezioni”.

L’Italia rinegozi il suo debito pubblico - Il leader del Movimento 5 Stelle, in un’intervista rilasciata al settimanale tedesco Focus, ha dichiarato che il sistema politico delPaese crollerà quest’anno: “Ai vecchi partiti dò ancora sei mesi e poi è finita - ha detto – siamo schiacciati, non dall’euro, ma dai nostri debiti. Se gli interessi sul debito ammontano a 100 miliardi di euro all’anno, siamo morti. Non ci sono alternative”. Se non cambiano le condizioni l’Italia deve lasciare l’euro e tornare alla lira. ”Il sistema italiano è ormai al collasso e i fondi dello Stato basteranno per coprire le spese al massimo per i prossimi sei mesi- ha spiegato - a quel punto non riusciranno più a pagare né le pensioni, né gli stipendi pubblici”. Grillo chiede quindi che l’Italia tratti con l’Europa una rinegoziazione del suo debito pubblico: “Siamo schiacciati non dall’euro, ma dai nostri debiti, con 100 miliardi di euro all’anno di interessi siamo morti, non ci sono alternative”. Il leader M5S ha paragonato la situazione dello Stato italiano a quella di una società per azioni: “Se ho acquistato azioni di un’azienda e questa fa bancarotta - ha dichiarato – allora ho avuto sfortuna. Ho rischiato e ho perduto”. A suo avviso, se le condizioni non dovessero cambiare, l’Italia dovrebbe uscire dall’euro e tornare alla lira. Grillo si è poi rallegrato del fatto di non avere preso ancora più voti di quelli che ha raccolto: “Saremmo stati forse un po’ preoccupati se avessimo ottenuto subito la maggioranza. Questa è stata solo la prova generale”.

Il leader genovese ha anche parlato delle possibili alleanze in vista del futuro esecutivo italiano: M5S è disposto a sostenere un governo formato da Pd e Pdl se come prima misura approvasse una riforma elettorale e si impegnasse a tagliare i costi della politica. ”Se Bersani e Berlusconi proponessero l’immediata modifica della legge elettorale, la cancellazione dei rimborsi elettorali e la durata massima di due legislature per ogni parlamentare, sosterremmo ovviamente subito un governo del genere”. Grillo dice però di non credere a questa ipotesi, poiché a suo avviso Pd e Pdl “non lo faranno mai, stanno solo bluffando per guadagnare tempo”. L’intervista, pubblicata oggi (2 marzo) è stata rilasciata da Grillo il 27 febbraio, mercoledì scorso. Ma è intervenuta la giornalista tedesca, Petra Reski, autrice delle domande al leader M5S: ”Mi sembrano tutti impazziti qui in Italia: la mia intervista per Focus non è ancora uscita e già viene citato Grillo con cose che non ha detto – ha dichiarato – Questa tecnica mi ricorda un po’ quel gioco da bambini, in tedesco si chiama ‘stille post’, il gioco del ‘passaparola’. “Sul sito di Focus è stato pubblicato un riassunto della mia intervista, e questo riassunto viene non tradotto, ma distorto” come un sì al governissimo. “Ma è una falsità! – si legge – Sul sito di Focus non è scritto questo”. La Reski precisa: “Grillo non vuole fare una coalizione né con Pier Luigi Bersani, né con Silvio Berlusconi: ‘Se Pd e Pdl dicessero legge elettorale subito, via i finanziamenti retroattivi, massimo due legislature e vanno fuori tutti quelli che hanno più di due legislature, così noi appoggiamo qualsiasi governo’. Questo diceva Grillo a Focus, e aggiungeva: ‘Ma non lo faranno mai. Loro bluffano per guadagnare tempo”. “Per essere sicura di non averti citato in maniera sbagliata ho controllato di nuovo la trascrizione originale dell’intervista e sul sito di Focus si legge esattamente questo – sottolinea la giornalista a Grillo – Insomma. Follia pura. Normalmente, alla fine del gioco di passaparola, si ride. Ma non mi viene da ridere di fronte a un uso così scorretto della mia intervista”.

Subito dopo la diffusione dell’intervista anche Grillo si era affrettato a fare le opportune precisazioni con un post scriptum all’intervento pubblicato il primo marzo sul proprio blog: “Per quanto mi riguarda, lo ripeto per l’ultima volta, il M5S non darà la fiducia a nessun governo (tanto meno a un governo Pd – Pdl), ma voterà legge per legge in accordo con il suo programma”. Il leader genovese ha rincarato la dose anche sui social network, pubblicando su Facebook e Twitter un’infografica che riporta i dati relativi ai rimborsi elettorali che spetterebbero a M5S, Pd e Pdl: “I partiti dicono, promettono, proclamano. Noi l’abbiamo già fatto” ha scritto il leader del Movimento nel suo commento. Sotto il titolo (“Italiani aprite gli occhi. Perché la crisi devono pagarla i cittadini?”) l’infografica snocciola i numeri: “Eccovi i rimborsi dei partiti più votati: Pd 45.800.00 euro, Pdl 38.000.000 e nessuna intenzione di rinuncia, MoVimento 5 Stelle 42.700.000, ma rifiuta il rimborso perché ‘sono soldi dei cittadini italiani’”.