ebook di Fulvio Romano

venerdì 8 marzo 2013

Grillini e Grünen secondo Jean-Claude Casanova (da La Stampa)

Da La Stampa di Torino:

L’economista Jean-Claude Casanova


“Ma i grillini sono anti tutto. Temo il contagio”



«Un parallelo fra i Grünen e i grillini? Interessantissimo. Però i Verdi tedeschi li conosciamo bene, il Movimento Cinque Stelle italiano è un enorme punto interrogativo». Parola di Jean-Claude Casanova, economista, cofondatore con Raymond Aron della rivista «Commentaire», bibbia del pensiero liberale francese, e presidente della Fondazione nazionale di Scienze politiche.

Proviamoci, professore. «I Verdi appartengono appieno alla storia politica tedesca. Intanto perché c’è in Germania una lunga tradizione di movimenti ambientalisti, e poi perché le loro radici sono nella sinistra post sessantottina. I grillini sono molto più difficili da definire. Direi che sono gli eredi delle pulsioni antiparlamentari del Novecento italiano e della delusione per il fallito rinnovamento della politica dopo la fine della lunga egemonia democristiana. Però non si era mai visto un movimento così “anti”, di rifiuto completo: antimercato, antiEuropa, antiStato, in ultima analisi antipolitico». Anche i Grünen erano contro tutto e contro tutti. Poi diventarono ministri e a votarono l’intervento Nato in Kosovo... «Nulla impedisce che con i grillini succeda lo stesso. Non bisogna sottovalutare la potenza corruttrice della democrazia parlamentare. Per carità, non parlo di corruzione come reato. Parlo del fatto che, se si entra in Parlamento, allora si accetta di fare politica. E fare politica significa trattare. Nel caso dei grillini, però, c’è una difficoltà in più». Quale? «I Verdi tedeschi, per quanto anarchici, erano un movimento strutturato. C’era una classe dirigente, uscita dai partiti di estrema sinistra degli anni Settanta, e una base, che pescava in un vasto movimento associativo, in un militantismo diffuso. Nel caso del M5S mi sembra che tutto questo manchi. C’è solo un leader carismatico. Questa è la sua forza ma anche la sua debolezza. Non so quanto Grillo potrà controllare i suoi parlamentari». Altre differenze? «Sarebbe interessante fare uno studio sociologico sui grillini. Mi sembra siano l’espressione di nuove classi sociali, semintellettuali, professionalmente instabili, attente all’ecologia e alla rete. Penso per esempio agli “intermittants” dello spettacolo francesi. Nei cortei contro il sistema ci sono loro, non certo gli operai». I Grünen furono un esempio, o forse un contagio, per tutta l’Europa. Crede che con i grillini possa succedere lo stesso? «Lo temo. Perché finora l’opposizione all’Europa era affidata a movimenti molto connotati ideologicamente, o all’estrema sinistra o all’estrema destra. Il successo di Grillo, che non saprei dire se sia di destra o di sinistra, rinforzerà la grande voga euroscettica. Sta nascendo un’immensa coalizione di diversi che ingloba l’estrema destra inglese, l’ultragauche e il Fronte nazionale in Francia, e domani chissà chi altrove».

Alberto Mattioli