Due parole prima sui due santi che, molto popolari nel Medioevo, sono stati invece dimenticati ... Simone porta lo stesso nome del Simone-Pietro su cui sarebbe poi stata fondata la Chiesa ed è uno dei 12 apostoli, poi martirizzato crudelmente con una sega (e vien sovente raffigurato con lo strumento della sua tortura). Giuda, poveretto, porta un nome sfortunato... Ma non è il traditore Iscariota, è Giuda Taddeo, il magnanimo, apostolo anch’egli e probabile martire anche se non si sa come e dove.
Nonostante la confusione con altri protagonisti dei Vangeli (o proprio per questo...), Simone e Giuda sono rimasti nella memoria popolare perché celebrati in quello che forse è il vero momento di svolta stagionale verso l’inverno (allora come oggi, evidentemente): la fine di ottobre.
Molti i detti che li riguardano. Cominciamo dal Piemonte:
A san Simôn, la ventajna ’n tel cantôn
Cui corrisponde il francese:
A la saint-Simon,
l’éventail se repose.
Non fa più caldo non ci sono nemmeno più le mosche da allontanare con il ventaglio....
E, a proposito:
A san Simôn
‘na môscha val ’n môntôn
Una mosca vale un montone, perché non ce n’è più...
E infatti arriva il freddo, per cui la civiltà occitana raccomandava ai bimbi ed ai giovani di coprirsi bene (e non solo per pudicizia):
Simoun, estremo ti geinoun
que deman es san Simoun
Simone, nascondi le tue ginocchia, perché domani è san Simone...!
E cioè arriva il gelo:
A san Simôn
la fioca ’n sel tisôn
La neve si sovrappone ormai al tizzone della stufa, già accesa da giorni....
E infatti, in Occitania:
Per sant-Judo e sant-Simoun
li champ cargon lou manteu bianc
I campi si mettono il mantello bianco...
Situazione diversa in Spagna, dove il caldo insiste fino a far zuccherare oltremodo le uve ormai in vendemmia...:
A san Simòn y san Juda, dulces son las uvas.
Ugolino Nerio. San Simone e Giuda Taddeo