lunedì 29 febbraio 2016
Ponente, una "pioggia" di polemiche...
Imperia
LA TEMUTISSIMA ONDATA di maltempo non si e’ verificata. DISDETTE NEGLI HOTEL, Pilati (federalberghi): «SERVONO previsioni certe per il turismo del weekend»
LA TEMUTISSIMA ONDATA di maltempo non si e’ verificata. DISDETTE NEGLI HOTEL, Pilati (federalberghi): «SERVONO previsioni certe per il turismo del weekend»
Meteo, una “pioggia” di polemiche
Stato di allerta giallo fino alle 13 di oggi, ieri forte vento ma nessuna emergenza
Stato di allerta giallo fino alle 13 di oggi, ieri forte vento ma nessuna emergenza
Lo stato di allerta è sceso da arancione a giallo (fino alle 13 di oggi). In Riviera non manca però una «pioggia» di polemiche per un’ondata di forte maltempo annunciata ma che non si è fatta vedere, almeno su tutte le località turistiche dove l’effetto prevenzione ha portato anche a disdette da parte di turisti che avevano prenotato camere d’albergo all’inizio della settimana scorsa. Se da una parte il dispositivo di allerta e prevenzione è indispensabile e doveroso per l’incolumità dei cittadini, dall’altra c’è forte perplessità sugli eventi meteo previsti ma non verificatisi (o quasi).
La giornata di ieri ha visto precipitazioni soprattutto nell’entroterra (con punte di 40 mm di pioggia) e con una ventina di centimetri di neve a Monte Bignone, sul Faudo, su Toraggio e in Valle Arroscia. Su Sanremo, Imperia, Bordighera e sul Dianese la pioggia è iniziata a cadere solo nel tardo pomeriggio associata a raffiche di vento che sporadicamente hanno superato gli 80 km/h (la quota neve in serata è scesa a 800 metri di altitudine). Le raffiche hanno ingrossato non poco il moto ondoso, con mareggiate che hanno interessato progressivamente un po’ tutta la Riviera ma soprattutto Bordighera e Ospedaletti. Stamattina i fenomeni dovrebbero essere in diminuzione, eccezion fatta per venti e mare.
Achille Pennellatore di Meteo Portosole ha spiegato come le «previsioni spaventose» che le carte avevano indicato martedì scorso sono progressivamente cambiate, con il vento che ha frammentato il fronte della perturbazione soprattutto sulla costa. Ma nella testa di tutti quell’aggettivo è rimasto in maniera indelebile nonostante Pennellatore stesso continuasse a ripetere che per lui l’allerta fosse solo gialla. «Ho visto una sufficiente panoramica dai vari telegiornali - spiega - e devo dire che per tutto il territorio ligure preso nel suo insieme, non è che con il meteo di venerdì ci sono andato molto lontano dalla realtà. Solo per l’estremo Ponente, con il Grecale che ha molto parzializzato la pioggia». Nei suoi bollettini Pennellatore ha sempre parlato di allerta gialla, soprattutto per la neve nell’entroterra e per la forza del vento.
Sul fronte del caso-alberghi interviene Americo Pilati di Federalberghi: «Non abbiamo bisogno di primedonne nelle previsioni del tempo, ma di certezze, perchè soprattutto per il turismo dei fine settimana le previsioni sono vitali per l’economia legate alle presenze turistiche. La Liguria è lunga 350 km e chi si occupa di previsioni a livello nazionale si ostina a non tenerne conto, a mettere un solo simbolo sulla nostra regione. Il Ponente è caratterizzato da un microclima che ha bisogno della massina attenzione e che è una sua peculiarità. Continuerò a battermi perchè esista una differenziazione».
giulio gavino
domenica 28 febbraio 2016
sabato 27 febbraio 2016
martedì 23 febbraio 2016
Cuneo 16,8º... La più calda
Il Tempo della settimana. Da La Stampa del 22/2/2016
Cuneo
Clima incerto
e nel weekend
torna la neve
Santa Onorina martire, pur essendo normanna e patrona dei marinai battellieri, trovava comunque posto nel calendario contadino piemontese. La sua festa del 27 febbraio, questo sabato, era considerata uno dei giorni più pericolosi per le prime gelate tardive. Quelle improvvise ricadute nell’inverno che tanto danno possono provocare a colture e frutteti, specie se capitano dopo un inverno «dolce». Un timore antico che ritroviamo nel detto «Sa giassa a santa Ônorina, ’l paisàn ’s sagrìna».
E qualche preoccupazione per un ritorno invernale la presentano per il prossimo fine settimana gli attuali modelli meteo che, dopo qualche giorno di variabilità, ma ancora con temperature gradevoli, disegnano un sabato più freddo e una notte con domenica all’insegna di nevicate a basse quote collinari. Un quadro di certo non straordinario, ma che al momento è ancora in sospeso, come avviene di norma nelle fasi climatiche «di mezzo», le più esposte agli improvvisi cambi di rotta.
Prima di sabato il clima del Nord Ovest sarà ancora incerto tra le riprese anticicloniche - oggi e venerdì - e le rinnovate offensive perturbate occidentali. Peggiora stasera con nuvole specie a Nord, ma domani sarà sereno al mattino. Da mercoledì alternanza di nuvole e parziali aperture, con deboli piogge, giovedì. Temperature nella norma stagionale.
romano.fulvio@libero.it
Fulvio Romano
lunedì 22 febbraio 2016
Massime tra 15,5º e 18,4º....!
Capoluogo | Minima (°C) 20/02/2016 | Massima (°C) 20/02/2016 | Minima (°C) 21/02/2016 | Massima (°C) 21/02/2016 | Grafico |
---|---|---|---|---|---|
TORINO | -1,2 | 14,5 | 0,4 | 18,4 | vai |
BIELLA | 1,9 | 12,5 | 4,2 | 16,4 | vai |
VERCELLI | -2,7 | 13,2 | -0,9 | 16,6 | vai |
NOVARA | 3,2 | 12,7 | 3,1 | 16,0 | vai |
VERBANIA | 0,7 | 13,8 | 1,8 | 16,2 | vai |
CUNEO | 0,4 | 11,4 | 0,2 | 16,0 | vai |
ASTI | -2,1 | 13,6 | 0,0 | 15,5 | vai |
ALESSANDRIA | -1,6 | 13,2 | 0,6 | 16,4 | vai |
domenica 21 febbraio 2016
Ieri max tra 11,4° e 14,5°. Stanotte minime tra -0,7° e 4,2°. Oggi massime oltre i 15°....
Temperature osservate
venerdì 19 febbraio 2016
Prima giornata di primavera: max tra 13,4° e 15,9°... gaudeamus igitur!
Temperature osservate
Capoluogo | Minima (°C) 18/02/2016 | Massima (°C) 18/02/2016 | Minima (°C) 19/02/2016 | Massima (°C) 19/02/2016 | Grafico |
---|---|---|---|---|---|
TORINO | 2,9 | 11,1 | 1,2 | 15,9 | vai |
BIELLA | 4,0 | 12,1 | 3,0 | 13,4 | vai |
VERCELLI | 1,5 | 11,4 | -0,9 | 15,6 | vai |
NOVARA | 4,1 | 11,2 | 2,5 | 13,5 | vai |
VERBANIA | 3,2 | 12,2 | 1,3 | 13,8 | vai |
CUNEO | 2,3 | 9,0 | 1,6 | 13,4 | vai |
ASTI | 1,7 | 9,9 | -1,4 | 14,9 | vai |
ALESSANDRIA | 1,9 | 10,4 | -0,6 | 15,4 | vai |
Dio non gioca a dadi... ma ogni tanto ci si diverte
Cultura
Dio non gioca a dadi, però...
In un’America ferita e inquieta, la teoria della complessità
cerca di riconoscere le regole che governano il caso, per orientarsi nel caos
In un’America ferita e inquieta, la teoria della complessità
cerca di riconoscere le regole che governano il caso, per orientarsi nel caos
Provate ad allineare con i soldatini di piombo di una volta i contendenti nella guerra civile in Siria, che ha fatto 250.000 morti e milioni di profughi, destabilizzato il Medio Oriente e l’Europa, messo Usa contro Russia come ai tempi della Guerra fredda facendo dire a papa Francesco: «È la Terza guerra mondiale a pezzetti». Da una parte l’esercito di Assad, dall’altra i ribelli. Poi schierate con Damasco Putin, l’Iran sciita e gli hezbollah libanesi, con i ribelli gli Stati Uniti e la «coalizione», dagli inglesi ai sauditi. Qui siamo già a tre conflitti, Assad/ribelli, Usa/Russia, sciiti/sunniti, cui vanno aggiunti l’Isis, contro cui agisce una diversa coalizione, Italia inclusa, e ancora Turchia, curdi, al Qaeda…
La tragedia in Siria è un esempio perfetto di quella che gli scienziati chiamano «teoria della complessità», astrusa e affascinante disciplina che tratta con la stessa disinvoltura matematica e economia, biologia e linguistica, epidemiologia e informatica. La vecchia scienza credeva nell’idea di Laplace, fissata nel 1814 e così descritta dalla professoressa Melanie Mitchell nel saggio Complexity: A Guided Tour: «Date le leggi di Newton e la corrente posizione e velocità di ogni particella dell’universo, è possibile, in linea di principio, prevedere ogni evento, per l’eternità».
L’ambiziosa speranza del marchese Laplace è datata 1814, giusto un anno prima che il Congresso di Vienna imponesse all’Europa regimi che, come le particelle dell’universo, dovevano restare fissati per sempre. La rivoluzione del 1848 li travolge in politica, mentre in fisica tocca aspettare il 1927, il principio di Heisenberg e la fisica dei quanti, per riconoscere che nell’universo, come nella storia, soffia forte il random, il caso, e addio sicurezza ferrea delle previsioni.
Einstein era certo, «Dio non gioca ai dadi»; Dio sembra invece divertirsi molto con il caso e la teoria della complessità prova adesso a riconoscere con quali regole, intrecciando i dati della biologia, della fisica, i calcoli matematici, i risultati di scienze umane e sociali, l’economia, per orientarsi nel caos, o almeno sapere quando non abbiamo nessuna rotta credibile.
Il blog Slate lancia in questi giorni A Crude Look at Whole: The Science of Complex System in Business, Life, and Society, ultimo libro dello studioso John H. Miller, confrontando la complessità con la riottosa America della campagna elettorale 2016. Miller e la Mitchell presentano esempi così disparati da lasciare, dapprima, di stucco il lettore. Cosa unirà mai un formicaio, le Borse mondiali, il funzionamento del nostro sistema immunitario, il moto dell’universo, i neuroni del cervello, l’evoluzione della vita sulla Terra, il web?
Un tempo, sui libri di scuola, ogni disciplina era fissata con rigore, «la matematica non è un’opinione» dicevano severi i professori, ma con la complessità nulla è così lineare, nella scienza, e in politica ci sono strappi, passaggi random che rendono le previsioni ardue, per la Casa Bianca come per la Borsa. La domanda della Mitchell ci strega in questo confuso XXI secolo: «Perché mai tutti questi sistemi della natura che chiamiamo complessi - cervelli, colonie di insetti, il sistema immunitario, le cellule, l’economia globale, l’evoluzione biologica - producono comportamenti e si adattano in modo tanto complesso, a partire da poche regole comuni?».
E se queste «regole comuni» ai grandi sistemi esistono, saremo un giorno in grado di analizzarle e governarle? Potremo comprendere come il caso, un effimero cambiamento cellulare, possa produrre risultati macroscopici nelle specie animali o come una guerra locale a Damasco basti a infiammare il pianeta? Potremo programmare un computer «totale», capace di pensare?
Molti scienziati son certi di sì, progettano macchine pronte a lavorare per noi o, come aveva previsto Italo Calvino nel 1967, perfino a «scrivere romanzi». Però, con contraddizione tipica della complessità, il mito dell’Intelligenza artificiale è prima denunciato dal fisico Hawking come «l’ultima cosa che l’uomo farà», perché le macchine si ribelleranno al creatore sterminando l’Homo sapiens, poi, con meno spirito di fantascienza, deprecato dai suoi pionieri che temono un’ondata di disoccupazione. La scorsa settimana è stata fatta circolare dal Future of Life Institute, in Massachusetts, una lettera aperta con oltre 10.000 firme di scienziati: denunciano ai governi che le future macchine intelligenti lasceranno milioni di persone senza lavoro, impiegati, tecnici, operai, producendo povertà di massa e gravissima instabilità sociale (http://goo.gl/Bcbkop).
Da generazioni l’America non era inquieta e ferita come in questa stagione. Straordinario dunque che si appassioni giusto alla teoria della complessità, che ci mette in guardia dalla facilità con cui insignificanti fenomeni, a prima vista senza importanza alcuna, in un nonnulla distruggano comunità che si consideravano formidabili.
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Gianni Riotta