ebook di Fulvio Romano

giovedì 14 marzo 2013

Cinghiali al Cesio? Buoni...!!!

Da La Stampa di Biella:
Biella

Snobbati i cinghiali al cesio
“Qui siamo tutti tranquilli”



Del cesio 137 scoperto in 27 cinghiali abbattuti nel 2012 in Valsesia, i cittadini sanno ormai molto o quasi tutto. E nessuno è veramente preoccupato. C’è chi sostiene che la radioattività, eredità di Chernobyl, è stata rilevata ora, ma c’è probabilmente da tempo e quindi l’allarme doveva essere dato prima, chi nel dubbio preferisce solo evitare la carne di cinghiale.

Tutto qui. L’allarmismo è molto contenuto, i negozi dove si vendono latte e formaggi, e quelli di frutta e verdura, non hanno registrato, almeno a Borgosesia, cali di vendite legati alla notizia della contaminazione. Ci si fida del ministro Renato Balduzzi che ha sottolineato come l’emergenza valsesiana non costituisca un rischio per la salute pubblica.

«Io mangio carne di cinghiale un paio di volte all’anno – dice Tranquillo Mittino -. Appena si è saputo della scoperta del cesio 137 negli animali c’è stata preoccupazione, ma poi sono arrivate le rassicurazioni e l’allarmismo è andato spegnendosi».

Il borgosesiano Gino Cavana proprio il giorno stesso della diffusione della notizia della contaminazione aveva mangiato cinghiale. «Un amico cacciatore mi aveva dato la carne, io e mia moglie l’abbiamo scongelata e preparata la settimana scorsa – spiega -. Proprio mentre mangiavamo abbiamo appreso del cesio 137 in Valsesia dai telegiornali. Ma i medici hanno detto che per essere pericolosa bisognerebbe mangiarne almeno dieci chilogrammi quindi non sono per niente preoccupato».

Jennifer Landolfa ha un bambino, Alessandro, di 20 mesi, e qualche piccola precauzione l’ha adottata. «Inizia a mangiare qualche pappetta, ma per la carne ho voluto tornare agli omogeneizzati così sono tranquilla». L’amica Carmen Musolino per il momento ha tolto il cinghiale dalla tavola. «A Natale avevamo fatto un menù in cui ce n’era molto – commenta -. Per un po’ adesso preferisco evitare di mangiarla».

Domenica Ciacomarra titolare di un negozio di frutta e verdura in centro non ha registrato un calo delle vendite. «Quasi nessuno ne parla più – afferma -. I dubbi arriveranno con la stagione dei funghi in primavera. Ma si sappia che per vendere funghi è necessario frequentare un corso a Vercelli, avere un attestato e aver superato i controlli dell’Asl quindi la sicurezza è garantita. Almeno per chi segue le normative come facciamo noi».

Laura Leone ha con la famiglia un supermercato a Borgosesia. «Nei primi giorni la clientela parlava della vicenda, ma giorno dopo giorno c’è sempre meno interesse – sostiene -. Noi vendiamo carne congelata e certificata quindi di preoccupazioni non ne ho. Il problema è emerso ora, ma chissà da quanto tempo esiste».

maria cuscela
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