ebook di Fulvio Romano

mercoledì 10 ottobre 2012

Tra Terra e Cielo (da Provincia Granda del 4 ottobre)


Continua la bella ottobrina.

"Ôtôber, ôtôbrìn, a l'è 'l mèis del vìn", recitava l'antica civiltà del vino. Quella -tanto per intenderci- non solo celebrata nella Langa, come avviene oggi, ma diffusa in tutte le nostre campagne, anche di pianura. Allora, quando da Racconigi a Cuneo si vendemmiava, allora sì che ottobre doveva profumare di mosto e le cantine di vino. Adesso, complice il clima degli ultimi secoli e le mutate abitudini alimentari, il tutto è invece riservato alle zone "vocate" al vino (come si usa dire oggi) e, se vogliamo riassaporare quelle antiche sensazioni, è un giro per le Langhe che di questi tempi bisogna fare. Ma se sulle colline da Mondovì ad Alba si celebra il ricco ed opulento rito dei vini del "terroir", sulle altre colline, quelle prealpine coperte di boschi, un altro rito è iniziato con ottobre. Un rito ugualmente antico, ma molto meno ricco, anzi da qualche anno decisamente povero, quello delle castagne. Ne abbiamo raccolte, le prime l'altra settimana, nel nostro bosco sulla costa collinare che ci è cara ed erano "temperive" ma già anche i prelibati "carôn rôs". Le abbiamo gustate come da tempo non succedeva, perché l'anno scorso erano tutte nere dentro e l'anno prima erano buone le primissime, ma poi le altre marcivano. Ci ha spiegato Carmelino, il nostro vicino di collina, che la farfallina antagonista del cinipide sembra aver fatto il suo mestiere. Le galle che in questi anni hanno sempre intaccato il fogliame dei nostri castagneti sono in effetti diminuite in questa stagione e anche le piante hanno ricominciato a germogliare in alto e a crescer dopo un lungo periodo di crisi. Così, complice la risalita dell'anticiclone che ci arriva da Ovest, fin dalle Azzorre, il tempo sarà adatto alla raccolta dei "carôn" ed anche della "marrubia", la castagna più adatta ai marrons glacés. Anche quest'anno infatti ottobre ci sta riservando la più classica delle "ôtôbrine", quel gradevole periodo di caldetti ritardati che si prolungano quasi fino al cambio dell'ora e di piogge rinviate. Le previsioni, dopo giorni di incertezza, sembrano ora parlare chiaro. Il sole o quasi sole (perché da noi qualche nube sempre si attarda, magari al mattino e poi sulle montagne) dura ancora, così come le temperature tardo estive. Fino a sabato, ma anche dopo. Domenica sarà ancora adatta alle uscite fuori porta - collina, montagna o mare - ma anche dopo il tempo tiene, nonostante un tentativo perturbato che arriva dall'Artico, ma che sembra destinato a raffreddare soltanto i Balcani. Le piogge, anch'esse "ottobrine", tarderanno ancora un po'. Fino forse a metà mese e cioè fino alla metà della prossima settimana. Lasciandoci tempo per le nostre colline.