ebook di Fulvio Romano

sabato 13 ottobre 2012

Folklore Meteo. 13 ottobre: San Gerardo, l’estate, le semine, le castagne...

Il 13 ottobre (909) è la data della morte (e quindi della ri-nascita) di san Gerardo di Aurillac, il primo vero esempio del cavaliere medioevale dedito alla religione, ai poveri, alla difesa dei più autentici valori cristiani. Originario della regione francese del Chantal, nell’Auvergne, senza essere vero e proprio monaco vi fonda un monastero che seguiva la regola benedettina e condusse una vita esemplare, vissuta secolarmente, riconosciuta dal popolo che lo incoronò santo subito dopo la morte, avvenuta nel 909.
Gerardo (o Girardo), in Francia Géraud, era conosciuto nel mondo provenzale -occitano, dove troviamo un detto popolare che ribadisce come questo sia il tempo delle semine:

“A san Gerard,
semeno toun blad”
A san Gerardo
semina il tuo grano.

Ma la data e il santo sono interessanti anche per altri motivi, sempre di carattere folklorico. Anzitutto perché Gerardo era una sorta di san Martino, nel senso che alla sua data era solito - avolte- iniziare un periodo di tre giorni di bel tempo, e quindi una sorta di “estate di san Martino” anticipata di circa un mese.
Infatti un detto francese recita che:

"Souvent à la Saint-Géraud, Nous arrive trois jours de beau.”

ribadito da un altro:

"L'été de Saint-Géraud ne dure que trois jours.”

L’altro motivo è che anche questa data e questo santo ricordano il tempo delle castagne, ormai in pieno svolgimento, qui come in Francia:

"Pour Saint-Géraud, Les châtaignes font le chaud.”

E cioè: sono le castagne a dare caldo, ricordando sia le caldarroste, che il richiamo dei venditori di môndaij: “Chaud, chaud les marrons...”

D’altronde la regione del Chantal dove visse Gerard era un tempo ricoperta di castagneti ed il toponimo di “Châtaigneraie” (Castagneto) ricorre spesso nella zona.  Châtaigneraie dove avviene uno degli episodi più “tentatori” della vita del santo, così narrato dal cronista:


"Il ne voulut jamais se marier, et dissimulait sa tonsure sous une coiffure qui indiquait sa qualité et qu'il ne quittait jamais ; en effet les seigneurs avaient gardé l'usage de porter les cheveux longs et les cheveux tondus étaient une marque de servitude. Un soir de chevauchée dans la Châtaigneraie, il avait reçu l'hospitalité d'un modeste paysan et fut saisi par la beauté de sa fille qu'il vit assise à la lumière de la cheminée. Le chroniqueur de sa vie dit qu'il fut tenté et ne succomba pas, mais rapporte qu'il revint plusieurs mois après pour demander le pardon à son père et doter sa fille."