Se la tradizione della meteorologia popolare era convinta che "una rondine non fa primavera", ancor più era sicura che "Quand it vedde le rôndôle a San Michel, l'invern a ven nen fin a dop Natal" (Quando vedi le rondini il 29 settembre l'inverno non arriva che dopo Natale). Ancora ieri nel cielo di Piemonte si potevano osservare nugoli di balestrucci, dalla livrea bianca e nera, preparare la loro parata migratoria, quasi ad indicare che la bella ottobrata di questa settimana non sarà che il preludio di un altro inverno posticipato. Il settembre appena chiuso con le sue cinque-sei ondate perturbate, è stato di circa tre gradi al di sotto di quello -da record assoluto- dello scorso anno, ma sempre di quasi un valore al di sopra delle temperature osservate nell'ultimo secolo. La pioggia ha incrementato di più del 50% le precipitazioni attese di norma per il primo mese d'autunno, ha rimpinguato le falde e compensato così -in parte- le perdite estive. Le grandi piogge d'autunno, di solito prerogativa di ottobre ed inizio novembre, non sono ancora in vista e solo qualche lieve disturbo locale potrà inumidire tra oggi e domattina le zone alpine. Il sole prevarrà invece, dopo le foschie mattutine di pianura e dopo gli addensamenti previsti per giovedì, fino al prossimo fine settimana. Che, al momento, promette di essere degno della più classica "bela ôtôbrina".