Da La Stampa
La proposta Pd, mentre il Pdl vuole abolirla
Un compromesso sull’Imu
Tagliata ai redditi bassi
Sul tavolo del premier incaricato, Enrico Letta, le proposte dei partiti per addolcire l’amara pillola dell’Imu formano oramai una bella pila. E l’impressione è che, comunque vada, la tassa «più odiata dagli italiani» forse già con la rata di luglio finirà per pesare meno sulle tasche dei proprietari di prima casa. C’è chi, come Berlusconi, della cancellazione dell’imposta sulla prima casa e persino della restituzione di quanto già versato ne ha fatto un cavallo di battaglia. Chi come il Pd propone di esentare dal pagamento chi possiede appartamenti di valore medio-basso. O ancora chi come i montiani punta ad ammorbidire l’Imu soprattutto per chi ha redditi familiari più modesti. E lo stesso Letta avrebbe preso nota con un certo interesse della proposta avanzata da Fratelli d’Italia, che per rimborsare l’imposta sulla prima casa suggerisce di emettere Titoli di Stato decennali «da rimborsare con gli interessi che Monte Paschi deve pagare per il prestito ottenuto dal governo Monti», spiega Ignazio La Russa. Dimenticando però di dire che quegli interessi sono già stati inscritti alla voce «entrate» nel bilancio dello Stato.
Comunque sia intorno all’Imu si sta giocando una battaglia non meno decisiva di quella sui ministri per le sorti del governo. Alfano ha ribadito che l’abrogazione della tassa è uno dei punti essenziali per l’ok del Pdl ma a smorzare i toni ci ha pensato proprio Silvio Berlusconi, dichiarando che il compromesso sull’Imu dipenderà dall’equilibrio complessivo degli interventi economici. Equilibrio che dovrà essere però anche finanziario, visto che abrogare l’Imu sulla prima casa, come ha ricordato ieri la Cgia di Mestre, costa 4 miliardi di euro e restituire quanto già versato il doppio. Ecco perché guadagnano punti le proposte meno drastiche di riduzione dell’impatto sui proprietari di prima casa, magari non di lusso. Il Pd insiste sulla sua formula della franchigia di 500 euro: chi ha pagato fino a quella somma non pagherebbe più. In pratica a Torino un appartamento in semiperiferia di 80 mq sarebbe esente, a Roma e Milano basterebbe superare i 60 mq per pagare. Sicuramente più accattivante è la proposta di Fratelli d’Italia, che i soldi per un colpo di spugna su tutte le prime case li ricaverebbe emettendo Bot finanziati dagli interessi dovuti da Mps allo Stato. «Una buona idea» ha commentato il leghista Attilio Fontana, presidente di Anci Lombardia.
Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, invece fa altri conti: «l’Erario ha incassato 3,6 miliardi di euro in più con il gettito Imu. Se questi soldi sono già stati spesi ci dicano dove, altrimenti ci sono le risorse per restituire l’imposta sulla prima casa».
Più morbida la posizione della parlamentare di Scelta Civica, Linda Lanzillotta, che «nei limiti consentiti dai vincoli di finanza pubblica», vede possibile una riforma Imu, «incrociando valori catastali, reddito familiare, composizione della famiglia e differenziando gli immobili utilizzati per l’attività d’impresa». «Una soluzione si trova», taglia corto il montiano Lorenzo Dellai, «basta che non diventi un pretesto per il Pdl». Che pur restando ufficialmente fermo sul punto dell’abrogazione-restituzione, dalle parole del Cavaliere sembra però disposto a trattare, in cambio di qualche altra contropartita nel programma del nuovo governo. Una cosa è però certa. Qualsiasi soluzione dovrà fare i conti con quanto messo nero su bianco dal Documento di economia e finanza appena approvato e con la posizione espressa a chiare lettere da Bankitalia e Corte dei Conti: abolire l’Imu sulla prima casa è possibile solo a condizione che venga sostituita con una tassa equivalente o che si proceda a nuove manovre. I creativi delle coperture finanziarie sono avvisati.
paolo russo
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