ebook di Fulvio Romano

giovedì 25 aprile 2013

La profezia di Roubini su cosa farà Berlusconi per rovinare l'Italia...

Da La Stampa

“È un leader serio e rispettato
Ma Berlusconi lo boicotterà”

L’economista Roubini: “Gli staccherà la spina per vincere le elezioni”


Nouriel Roubini, professore di economia della NYU, profeta in tempi non sospetti della crisi finanziaria del 2008, cosa ne pensa della nomina di Enrico Letta alla guida del governo? «Una scelta positiva, è un leader serio, rispettato e con grandi competenze economiche. È apprezzato a Bruxelles e nel mondo». Sembra meno pessimista del solito... «Attenzione, anche questo governo potrebbe non sopravvivrebbe più di sei mesi o un anno, perchè sarà osteggiato sostanzialmente in ogni sua iniziativa seria da Silvio Berlusconi. Potrà fare qualche riforma istituzionale di facciata, ma dal momento che il Pd è spaccato, nel giro di sei mesi c’è il rischio che il Pdl stacchi la spina all’esecutivo. Berlusconi vincerebbe le elezioni a mani basse e chiederebbe le dimissioni di Napolitano raggiungendo il suo obiettivo di diventare Presidente. Un disastro, ma è lo scenario più probabile». Un fallimento annunciato? «Il Pd deve cercare di non sfaldarsi del tutto e se si va a nuove elezioni - se e quando il governo Letta verrà boicottato dal Pdl - dovrà scegliere un nuovo leader carismatico come Renzi per tener testa a Berlusconi. Letta, Renzi e Barca dovranno trovare un compromesso che non distrugga il Pd per avere un fronte unito rispetto a Berlusconi». Ed in tutto questo Beppe Grillo? «Il Movimento 5 stelle ha qualche aspetto interessante, sulla portata riformista, ma la sua ostinazione contro il compromesso e per la disintegrazione dello status quo per principio, distoglie il Paese dalle sue reali esigenze. In caso di ritorno alle urne Grillo è destinato a perdere consensi e questo agevolerebbe ulteriormente il trionfo di Berlusconi e dei suoi piani. Questo porterà il Paese al baratro. In uno scenario del genere c’è un terzo di probabilità che, entro due o tre anni, l’Italia finisca in bancarotta». Di cosa ha bisogno l’Italia? «Le riforme strutturali sono più importanti dell’austerità e del consolidamento fiscale, l’interpretazione ultraortodossa dell’austerity sta portando all’implosione, non solo nel vostro Paese. La formula è andare in parallelo con il consolidamento e le riforme, e se si vuole accelerare sulle seconde occorre rallentare con il primo. In Italia, inoltre, c’è un problema di corruzione e Berlusconi è parte di questo problema, occorre inoltre rendere più flessibile il sistema economico, riformare il mercato del lavoro e aumentare competitività e produttività, e rompere i monopoli portando liberalizzazioni reali». Al Fmi si è parlato molto del binomio austerità-crescita... «Con le riforme strutturali è ovvio che bisogna rafforzare la domanda aggregata altrimenti la recessione si fa più acuta. La mia proposta in questo senso, non solo per l’Italia ma per tutti i Paesi a moneta unica è una politica monetaria di maggiore alleggerimento da parte della Banca centrale europea, agevolare l’accesso al credito per evitare che le piccole e medie imprese rimangano soffocate, in particolare in Italia. Inoltre l’euro è troppo forte e questa danneggia i Paesi della periferia dell’area a moneta unica, dovrebbe essere del 20% inferiore». In questo senso si potrebbe fare di più in Eurozona? «In particolare la Germania, ha margini di manovra per procedere a stimoli fiscali grazie al suo surplus, dovrebbe spendere di più e risparmiare meno, ma non lo farà e ciò rappresenta un problema». Poi c’è la «peste» della disoccupazione... «Specialmente giovanile, su cui proporremo un progetto per l’area a moneta unica. Un prestito di 20 mila euro pro-capite a lungo termine e interessi bassi, da restituire in una ventina di anni. Ad emetterlo potrebbe essere la Bei, con un investimento di cento miliardi di euro complessivi, meno dell’1% del Pil dell’Eurozona per assumere e formare 5 milioni di giovani senza lavoro».
francesco semprini