ebook di Fulvio Romano

venerdì 26 aprile 2013

Flop di Crimi-Lombardi in streaming: così Letta vendicò Bersani...

Da La Stampa

Letta vendica Bersani
Il premier incaricato rilancia su legge elettorale e misure anti-casta


Postulato: niente rende una riunione più artefatta di una diretta streaming. Ma la recita, così aderente al copione, può sorprendere la prima volta. A Pierluigi Bersani successe e ci rimediò l’umiliazione che sappiamo.

Ed Enrico Letta raccontò quanto i ragazzi a cinque stelle gli fossero apparsi scorbutici (eufemismo). «Ci sembra di essere a Ballarò», disse Roberta Lombardi e tutti lo ricordano. Ieri non è stato diverso: un vertice per la formazione del governo è stato trasformato in un talk show neanche tanto ciccioso e neanche tanto vivace, dove i grillini avevano la necessità di testimoniare la loro incorruttibile differenza, e non gli importava di trovare punti di contatto (attività ormai considerata prossima all’alto tradimento); e dove Letta era impegnato a dimostrare che lui stavolta non ci sarebbe cascato: non avrebbe fatto la fine di Bersani, che parlava ai cinque stelle pensando di avere di fronte degli interlocutori, mentre i cinque stelle parlavano alla telecamera a beneficio dei simpatizzanti, perché vedessero quant’erano bravi a mettere nel sacco il dinosauro post-comunista. È questo il risultato della trasparenza elevata a feticcio della politica rinnovabile (tranne quando si tratta di riunioni interne al M5S: allora lì subentra un comprensibile carbonarismo).

E così Letta a questo giro si aspettava il trucchetto e ha ribaltato tutto. Sarà perché coi quarantenni grillini è sintonizzato, ha grosso modo la stessa età, la stessa franchezza, forse la stessa rapidità di esecuzione, come loro è cresciuto davanti alla tv e al computer (però ha anche studiato), è post-ideologico e non si perde dietro a pregiudizi di impresentabilità, oppure sarà che ha velocemente messo a frutto l’esperienza del primo rendez-vous, ma ha davvero ribaltato tutto. Ha accettato una parte pure un po’ irrituale. Già l’altra volta partecipò all’incontro non si sa a che titolo, visto che è vicesegretario del Pd ma a quel tavolo Bersani sedeva da premier (semi)incaricato e non da leader di partito. Ieri Letta se l’è giocata da segretario facente funzioni più che da uomo di governo. Ed è stata una passeggiata: quando Vito Crimi gli ha detto che sarebbe stato bene se anche il Pd avesse scelto i suoi con consultazioni on line, a Letta non è sembrato vero, e ha risposto che Stefano Rodotà è stato votato da 4 mila 677 elettori del web, mentre Ignazio Marino ha ottenuto la candidatura a sindaco di Roma da 50 mila persone convenute ai gazebo. E lì la Lombardi («da romana») s’è agganciata per chiedere quanto fosse morale che Marino si buttasse sul Campidoglio dopo essere stato eletto senatore. Stiamo un po’ uscendo dal seminato, ha detto Letta, ma siccome è così raro il privilegio di avervi qui...

Niente più regole? Ebbene, niente più regole: Letta ha accettato il ring. Ha accettato il balletto a beneficio di telecamera. Tanto non c’era nulla da decidere: il premier incaricato sapeva che non avrebbe mai convinto i cinque stelle a votargli la fiducia, e i cinque stelle sapevano non si sarebbero fatti convincere da niente. Contava soltanto l’esito dell’imboscata. E allora Letta ha estratto la lista luccicante: via i rimborsi elettorali (e la Lombardi gli ha allungato la proposta di riforma con un piccolo irrimediabile ritardo), riduzione dei parlamentari, abolizione delle province, fine del bicameralismo perfetto, modifica della legge elettorale. Il cedimento dei ragazzi di Grillo, privati delle rivendicazioni preferite, è stato progressivo. Si sono persino dimenticati di chiedere conto al dirimpettaio delle sue frequentazioni col gruppo Bilderberg, uno dei grandi miti demoniaci del web. Il cittadino-deputato Mario Michele Giarrusso si è arrischiato in un ultimo assalto: «Non ho sentito parlare di legge elettorale». E Letta: «Ne ho parlato: c’è la diretta streaming». Ecco, la diretta streming che in sessanta giorni è stata prosciugata e resa quasi inservibile. Buona soltanto come qualsiasi altro terreno per sfide di tattica. Altro che casa di cristallo. E buona però a mostrarci il solito Letta conciliante ed ecumenico, ma anche più disincantato, più cinico, più rapido. Chissà, magari è il tempo che stringe. Oppure è lui che fronteggia la grandezza del compito.