ebook di Fulvio Romano

sabato 16 marzo 2013

Quei fantasmi della dittatura che la memoria si porta dietro...

Mimmo Càndito su LA STAMPA:


Quei fantasmi della dittatura che la memoria si porta dietro

L’impegno di alcuni sacerdoti oscurato dall’appoggio ai generali


«No te metás», No, non t’impicciare, dicevano, e scuotevano la testa. Ma anche «Por algo sera», Un motivo ci sarà, e lascia perdere.

C’erano parole che giravano pesanti, in quegli anni, in Argentina. Parole che suonavano come una condanna, parole che spalancavano le porte dell’inferno ma tu te ne lavavi le mani. Si sparava, si ammazzava, sequestravano uomini e donne e anche i ragazzi, ma bastava girare la testa, non guardare, non sapere; non voler sapere. Ed era fatta. La coscienza è un lusso che non sempre ci si può permettere, e quelli erano tempi di un sacco di morti per le strade dell’Argentina, morti ammazzati o morti fattisi fantasmi, come d’una guerra che nessuno aveva dichiarato e che però bruciava la vita della gente qualunque , giorno dopo giorno. Era la paura, il terrore che si faceva scelta di vita.

I preti in quegli anni praticavano il loro mestiere, alcuni; e tentavano aiuto a chi cercava rifugio, in parrocchia, o anche nella casa di Dio. Ma non era facile, per loro, perché la Chiesa - la Chiesa del Papa, del Nunzio, del cardinale, di quelli insomma con tutti i paramenti dorati e l’ufficialità e le sfilate accanto ai generali della Junta - quella Chiesa aveva fatto una scelta di campo, e poiché i generali ammazzavano e torturavano e violentavano «in nome di Cristo e dell’Occidente» quella Chiesa ringraziava e benediceva.

Fare il prete «contro» quella Chiesa voleva dire forse disubbidire, o forse scegliere l’Iddio che sta dentro gli uomini e non l’Iddio dei paramenti dorati. E magari non tutti volevano girare la testa. Ma magari la testa invece la giravano, ed erano i più, perché alla fine anche un prete è un uomo, e chi può sapere che cosa è più giusto fare quando la gente s’ammazza e chi può sapere che un giorno uno diventa Papa.

I morti ammazzati li facevano i guerriglieri dell’Erp, e i Montoneros, ma poi anche gli Squadroni della morte e la Triple A. I primi si giocavano la guerra perché volevano la rivoluzione, e Marx e Perón potevano valere allo stesso modo; quest’altri facevano la guerra invece per conto della Junta, che era la «guerra sucia», la guerra sporca, e andavano in giro con le loro Falcon verdi e i vetri oscurati e con i soldati che chiudevano le strade e facevano la retata. Se eri un «subversivo», t’aspettava l’inferno; ma non l’inferno astratto, di chi muore e finisce lì, no, era l’inferno vero, delle torture e della violenza usati fino a farti pregare di morire subito e che finisca per sempre.

In questo viaggio verso la morte, c’erano preti che davano la benedizione nelle stanze della tortura, perfino l’estrema unzione, come se soltanto d’un dovere d’ufficio si trattasse; e dimenticavano l’agnello di Dio predicato la domenica e davano una mano ancora più sporca agli Squadroni e alle loro Falcon verdi, segnalando, spiando, consegnando i sovversivi.

È stata una guerra bestiale, nella quale il nome di Cristo è stato usato per negare anche la dignità dell’uomo. Non ci sono registri, gli archivi sono spariti; resta la memoria, che talvolta aiuta e talvolta inganna.

Sotto un cielo cupo d’angoscia, in un vivere segnato dal terrore che una Falcon ora s’avvicina a prendere qualcuno da portare all’inferno, l’unica forma di sopravvivenza diventava allora girare la testa da un’altra parte, non guardare, non vedere, non sapere. No te metás, por algo sera. Così finirono per sempre 30.000 uomini donne ragazzi, anche preti; cancellati, desaparecidos. E quasi 10 mila morirono di guerra rivoluzionaria.

Durò 7 anni, il tempo buono per ammazzare una generazione e distruggere le coscienze. Poi le Malvinas cambiarono la storia e venne il tempo della giustizia. I generali finirono dentro, l’amnistia cancellò il passato.

Ma non sempre. Il passato torna talvolta, si mostra più forte del perdono, brucia nel sospetto i rimorsi della coscienza. Nunca mas, mai più, hanno detto.

Ma il prete di un tempo che ora è diventato Papa deve farsi carico dei fantasmi che la memoria si porta dentro.

Mimmo Cándito