Cultura
Nonne e nipoti,
la nuova idea
per le urne
È il partito delle nonne (e dei nipoti) la sorpresa che Berlusconi prepara per il suo ritorno in campo. Incassata l’assoluzione per il «caso Ruby», esaurito il periodo dell’affidamento ai servizi sociali a Cesano Boscone e scontata così la pena per la frode fiscale, l’ex-Cavaliere, dalla mezzanotte di martedì, non sta più nella pelle. Chi lo ha visto cinque minuti prima e cinque minuti dopo la sentenza che lo ha definitivamente liberato dell’accusa più infamante piovutagli sul capo, racconta che è passato dallo stato di prostrazione che aveva fatto temere i familiari per la sua salute a un’euforia degna dei vecchi tempi.
La ragione di questa rinascita, che prelude a un rientro in grande stile sulla scena politica, è evidente: Berlusconi sa bene che la battaglia per una completa riabilitazione sarà lunga, e in questo momento non è facile (anche se la questione, dopo la candidatura del sindaco di Salerno De Luca, riguarda anche il Pd) ottenere una modifica della legge Severino che cancelli l’onta della decadenza da senatore e il divieto di ricandidarsi. Continua a sperare in un pronunciamento della Corte di Strasburgo che condanni il modo sbrigativo con cui è stato estromesso dal Parlamento. Ma sotto sotto, è talmente felice di quest’assoluzione arrivata a sorpresa, malgrado le rassicurazioni dei suoi legali, che quasi quasi s’accontenta così. Sebbene restino aperti altri tre processi (Ruby ter, con le confessioni delle Olgettine, a Milano, Tarantini a Bari e la compravendita dei senatori a Napoli), all’ex-Cavaliere è stato spiegato che nessuno dei procedimenti in corso, quali che siano i tempi e le conclusioni, è in grado di riportarlo nella condizione in cui si trovava fino a due giorni fa, di condannato in libertà vigilata che alla prima condanna definitiva avrebbe perso i benefici dell’indulto e la cancellazione di tre dei quattro anni comminati per frode fiscale.
Di qui lo slancio con cui s’è gettato di nuovo nel lavoro politico. Berlusconi non dà troppa importanza allo stato comatoso in cui versa il suo partito, scivolato nei sondaggi sotto la Lega di Salvini e percorso da insanabili lotte intestine, di Fitto contro tutto il vertice, di Verdini contro Brunetta, di Brunetta contro chiunque, delle «amazzoni» contro il cerchio magico. Anche se non lo dice con queste parole, per lui Forza Italia è ormai una «bad company» da rottamare e in cui c’è poco o nulla da salvare. Presi singolarmente, i «ras» del partito hanno ciascuno le proprie ragioni, e l’ex-Cavaliere, paziente com’è con i suoi collaboratori, non si stanca di riconoscerle. Ma il tormento quotidiano a cui lo sottopongono con le loro liti è diventato talmente insopportabile da far considerare il taglio netto come l’unica soluzione da adottare.
Nei ritagli di tempo del suo calvario Berlusconi ha cercato di tenere d’occhio un gruppo di giovani che ha incontrato in varie occasioni a Villa Germetto. Il suo sogno, che dovrebbe prendere forma subito, già nelle liste delle prossime regionali, è quello di un partito completamente rinnovato nella prima linea: volti nuovi, freschi, per bene, di ragazzi e ragazze laureati e impegnati sul lavoro; una ventata di energia presa dalla società civile, come quella del fatidico 1994, che l’ex-Cavaliere non finisce di rimpiangere. Il modello di questa generazione - ma va detto subito: non è la sola - è la studentessa -lavoratrice Silvia Sardone, scelta a sorpresail 25 novembre e indicata come esempio ad altri giovani, per la verità più moscetti, che non lo avevano molto entusiasmato. Consigliera di zona in Lombardia, 32 anni, mamma di due figli e alle soglie di un master. Non si sa come non invisa alla nervosa compagnia delle donne berlusconiane, a cominciare da Daniela Santanchè, a cui chiede consigli: l’identikit è questo. Sardone, che già frequenta combattivamente i principali talk-show, qualche tempo dopo la prima uscita dell’ex-Cavaliere s’è vista recapitare un invito a cena ad Arcore che lì per lì le ha fatto tremare le gambe. È andata con il marito e il contenuto del colloquio è rimasto segreto, anche se il leader in persona s’è affrettato a precisare che «non si è parlato di seggi».
Il partito di giovani che Berlusconi ha in mente, nel suo progetto, dovrebbe essere votato dalle nonne. Ecco la carta segreta. Nonne di cotanti nipoti, ma non, come un tempo, le vecchine che passavano la giornata davanti alla tv, filando scarpine per neonati all’uncinetto. Niente affatto: da imprenditore del mercato pubblicitario, l’ex-Cavaliere ha individuato un target preciso di donne anziane che, purtroppo per lui, la tv la guardano solo di tanto in tanto, usano tablet e smartphone, litigano con le figlie che non le capiscono, ma non con figli e figlie delle figlie. Signore attive, che capiscono di politica e vanno a votare, nel deserto attuale dell’astensione generalizzata; che vanno anche in palestra e di tanto in tanto, siccome hanno un cuore palpitante, si fidanzano e viaggiano con i loro nuovi compagni. È a questa figura sociale contemporanea, che emerge dai sondaggi come la più fedele al centrodestra e al suo leader di sempre, e la più appassionata in sua difesa, davanti alla gradinata del Tribunale di Milano o al cancello di Cesano Boscone, che Berlusconi, tornato libero, intende rivolgersi, perché per loro - ne è convinto - è rimasto l’uomo dei sogni, quello che può trasformare le fantasie in realtà. E a loro si prefigge di far credere che il comunismo, contrariamente a quel che sostiene Renzi, non è affatto finito, la libertà è di nuovo in pericolo è c’è nuovamente bisogno di una scelta di campo.
Come poi tutto questo si concilii con l’alleanza con Salvini e la Lega lepenista che ha fatto calare la ghigliottina sul sindaco Tosi, l’ex-Cavaliere deve ancora spiegarlo. Ma quasi certamente non lo farà. Non è molto interessato alla sfida delle regionali. Alla fine, se in Veneto vinceranno la Moretti e il Pd, a perdere sarà l’altro Matteo. L’ex-Cav. punta tutto sulla Campania e sulle prossime politiche, non fidandosi delle promesse di Renzi sul 2018. A Napoli, non a caso, è in preparazione il bagno di folla per il suo gran rientro: la prima uscita del partito «Forza Silvio!».
Marcello Sorgi