ebook di Fulvio Romano

domenica 3 febbraio 2013

Burlando e il titanio del parco Beigua...

LA STAMPAweb
Imperia
GENOVA ITALIA NOSTRA INSORGE CONTRO LO SFRUTTAMENTO MINERARIO DI UNA ZONA CHE SINORA È CONSIDERATA COME PARCO NATURALE


Alla Regione fa gola il titanio del Beigua

La giunta Burlando spera di ricavare molto dalla concessione di Piampaludo

Sopra un patrimonio ambientale di grande rilevanza; sotto (o forse sarebbe meglio dire dentro) un autentico tesoro dal valore stratosferico: negli ultimi giorni sono circolate cifre astronomiche, probabilmente al di fuori della realtà industriale. Secondo i geologi che 40 anni fa scoprirono la miniera di Piampaludo, infatti, il ricavo di un’attività di estrazione del titanio su quella zona potrebbe aggirarsi al massimo sui 250 milioni l’anno. I diritti di concessione cui potrebbe aspirare la Regione sarebbero quindi una cifra infinitesimale rispetto ai 500 milioni di euro di cui si è favoleggiato e che hanno solleticato gli interessi della Regione. Resta il fatto che la miniera si trova pur sempre nel Parco del Beigua ma trattandosi di una delle poche riserve naturali di rutilo esistenti in Europa, è probabile che la Regione sia interessata a riconsiderare la pratica anche alla luce delle forti pressioni che sta esercitando l’Unione europea sull’utilizzo delle risorse strategiche.

Gli ambientalisti, con Italia Nostra, tuttavia, dopo essersi detti «esterrefatti» da questa apertura, hanno già annunciato «massima vigilanza per scongiurare forzature di tipo giuridico-amministrativo eventualmente messe in campo per aggirare il divieto di cave e miniere nel Parco». Il nodo della questione, infatti, è dato dal fatto che il “tesoro” in questione si trova in piena area protetta, sulle falde del Bric Tarin.

Un giacimento valutato (ma anche in questo caso le cifre sono tutte da verificare) in circa 400 miliardi di euro e per il quale già in passato si era manifestato l’interesse di società minerarie italiane (nel 1970 avances erano state fatte dalla Cet di Torino). A fermare l’operazione, era stata la prefettura di Savona dietro il pressing ambientalista.

La richiesta di sfruttamento questa volta sembra però più spessa rispetto al passato, tanto più dopo l’incontro di venerdì in Regione fra l’ingegner Domenico Andrei rappresentante e il direttore generale della Regione per l’Ambiente, Gabriella Minervini e soprattutto dopo il commento di Burlando: «La presenza del titanio è nota da tempo - ha ricordato il governatore - ora dobbiamo registrare l’interessamento di alcune società. È chiaro che l’argomento è destinato a suscitare dibattiti e polemiche, ma in un momento difficile per il Paese e la Regione qual è questo, non possiamo non aprire la discussione perché si tratta davvero di una cifra enorme che nel caso dovrebbe essere ovviamente vincolato all’utilizzo per opere pubbliche».

Un’apertura chiara, quella del presidente che del titanio nel Beigua ha parlato anche nella seduta di giunta di ieri e che dimostra la volontà dei vertici della Regione di affrontare il delicato problema.

L’offerta arrivata dalle multinazionali è, come detto, assai interessante: alla Regione fa gola il canone di concessione sull’attività di estrazione anche se, forse, bisognerebbe disporre di cifre attendibili per poter prendere una decisione. L’attività di scavo ed estrazione non si esaurirebbe certo in pochi anni e, attraverso la realizzazione di una catena produttiva che va dall’estrazione al trasporto, passando per varie tappe, comporterebbe effetti rilevanti sull’occupazione, indotto incluso. Rispetto a quarant’anni fa, poi, c’è da registrare il fatto che le nuove tecnologie sembrano aver superato il problema-amianto, che l’attività di scavo potrebbe portare alla luce. Il discorso tra la Regione e le multinazionali interessate allo sfruttamento del titanio del Bric Tarin è solo alle prime battute ma è un’operazione destinata a far discutere, e anche parecchio.Il titanio viene utilizzato in parte come metallo (per protesi, aerei, telai) ma soprattutto per la produzione di vernici. Piampaludo rischia di diventare il centro di forti attenzioni. [M. REB.]