ebook di Fulvio Romano

giovedì 28 febbraio 2013

Cosa dicono Coldiretti e Confartigianato...

...su Grillo e la situazione.

Da LA STAMPA

Artigiani e agricoltori promuovono Grillo: difende il made in Italy
I produttori giudicano i programmi:

ok su ambiente e aiuti alle imprese


Il più esplicito è il segretario generale della Confartigianato, Cesare Fumagalli: «Inutile negare che molti titoli nel programma sono musica per le orecchie degli artigiani». Il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, poi, “sente” che i suoi agricoltori hanno risposto in massa all’appello di Beppe Grillo, «e intendo dire quella parte più moderna e giovane, attenta alla filiera corta, alla produzione di qualità, al rapporto con il consumatore, piuttosto della parte tradizionale che mira alla produzione massiva».

Se i grillini sono divenuti d’un colpo il primo partito d’Italia, è ovvio che hanno pescato in ogni bacino elettorale. Anche quello di artigiani e agricoltori. Non era scontato però che associazioni pesanti di categoria come la Confartigianato (700 mila aderenti) o la Coldiretti (1,5 milioni) aprissero di slancio alle ragioni di Grillo. Così come anche innovative associazioni di professionisti quale l’Associazione nazionale avvocati italiani: «Non credo che Grillo abbia come obiettivo di fermare il lavoro dei professionisti - dice il suo presidente Maurizio De Tilla - ma che i suoi attacchi siano rivolti più che altro agli ordini professionali. E siamo d’accordo: vanno svecchiati».

Piace molto, insomma, quest’onda giovane. Anche in ambienti che potevano essere considerati distanti. Dice ad esempio Fumagalli, a nome degli artigiani: «Se uno nel programma mette tra i primi punti misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa, si sposa immediatamente con alcune delle nostre istanze. Magari le nostre sono un po’ più articolate, ma i titoli ci piacciono eccome».

Il segretario generale di Confartigianato sottolinea, non a caso, di parlare a nome di «una rete di centinaia di migliaia di piccole imprese, diffuse sul territorio, non delocalizzate all’estero». Alcune parole d’ordine di Grillo sono miele per le sue orecchie. Magari non tutte. Il referendum sull’euro, per dire, lo spaventa. «Siamo consci di essere un vaso di coccio tra vasi di ferro in un’economia integrata». Ma tant’è. Il punto è che gli vanno benissimo le linee di fondo, come la difesa del piccolo e della manifattura locale «come anche l’attenzione al mercato interno e la tutela del “made in”, che è una nostra battaglia. Abbiamo molte cose in comune. E c’è anche simpatia. In fondo combattono alcuni tabù di un pensiero troppo a lungo dominante e sbilanciato verso le grandi dimensioni, la sovranazionalità, la finanziarizzazione dell’economia, il mercato globale».

Un altro che ha ascoltato il comizio di piazza San Giovanni con molta attenzione è il presidente di Coldiretti. Specie l’apologo dell’agriturismo messo sottosopra da un’ispezione della Guardia di Finanza. «Guardi, c’è grande sintonia sulla sostenibilità ambientale e sociale così come sui temi della trasparenza nelle produzioni, nell’informazione al consumatore, della difesa del suolo agricolo contro la cementificazione, della tutela ambientale, la valorizzazione di un’idea di sviluppo che faccia perno sul “made in Italy” e sui territori, su turismo, agricoltura e cultura. Mi piace molto quando parla del nostro olio di oliva».

Grillo insomma va moltissimo anche tra gli agricoltori. «Abbiamo visto nei suoi interventi i nostri temi di sempre: il “km zero”, la lotta agli Ogm, la difesa della biodiversità, la valorizzazione della qualità. Ora ci sarà da osservare come si organizzeranno in Parlamento. Ma sui contenuti siamo molto vicini. E anche l’accento sulla comunità, su forme migliori di vita, sulle relazioni accettabili tra le persone. A questo mondo non c’è solo il Pil, che pure è importante».

francesco grignetti

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