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martedì 24 giugno 2014

Langhe o Langa?

LA STAMPA

Cultura

Si dice le Langhe

oppure la Langa?

Langhe o Langa nel patrimonio Unesco? A quale oracolo se non agli scrittori indigeni volgersi per sciogliere l’enigma? Il verso più famoso all’ombra delle colline è di Cesare Pavese in Lavorare stanca: «Le Langhe non si perdono». Ancorché la voce di Santo Stefano Belbo battezzi un racconto diFeria d’agosto «La Langa», seccamente, volendo indicare il suo villaggio, a rappresentare l’intera terra color del vino: «Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là».

Giovanni Arpino, la voce di Bra, del Roero, non transigeva: «Sono gli altri a chiamarle Langhe. Un langarolo vero dirà sempre e soltanto Langa, al singolare, perché ogni sua parte e ogni sua porzione hanno un nome proprio, ma la Madre Langa è una, e sempre lei». Beppe Fenoglio non è cosi rigoroso o forse è teologico, Madre Langa, ma una e trina e più: «Queste cominciano a essere le Langhe del mio cuore: quelle che da Ceva a Santo Stefano Belbo, tra il Tànaro e la Bòrmida, nascondono e nutrono cinquemila partigiani e gli offrono posti unici per battagliarci, chi ne ha voglia».

Bruno Quaranta

lunedì 19 agosto 2013

Langa astigiana: 100 caprioli da abbattere per salvare i raccolti...

LA STAMPAweb

Cuneo

PIANO REGIONALE. PARTITA LA CACCIA

Nella Langa astigiana 100 caprioli da abbattere entro fine settembre

È ripresa sulle colline della Langa Astigiana la caccia selettiva ai caprioli maschi. Resterà aperta fino al 5 settembre e, dopo una breve sospensione, riaprirà l’11 settembre per chiudere definitivamente il 28. Restano da abbattere oltre cento capi per rispettare il piano di abbattimento stabilito dalla Regione Piemonte.

Intanto, continuano le segnalazioni di danni da parte di agricoltori. Ad Incisa Scapaccino Angelo Giudice è molto amareggiato. «Noi lavoriamo  tutto l’anno per ottenere buone produzioni e, in due o tre notti tutto viene distrutto dai cinghiali, senza che nessuno prenda dei provvedimenti». I suoi campi di mais otto file in  località Vallone, tra Incisa Scapaccino e Nizza Monferrato, sono stati  completamente distrutti dai cinghiali. Così, quest’anno, sulle bancarelle dove vende i suoi cardi «storti» non potrà esporre le confezioni di farina «da mais otto file» ottenuta dalla macinazione, con un mulino  tradizionale, del suo mais. «Io – prosegue Giudice mentre osserva i campi di cardi, per ora risparmiati dai cinghiali -  non sono favorevole alla politica che prevede il  rimborsi dei danni. Sono, invece, per prevenire i danni e salvare il raccolto. Adesso aspetto di vedere i tecnici per i controlli ma non mi faccio illusioni: quando sono andato in ufficio per la denuncia  mi hanno detto che fili per la recinzione degli appezzamenti non ce ne sono più. Ma fare la denuncia servirà a qualcosa? Io sono molto preoccupato dal fatto che perderò tutti i miei clienti  e mi chiedo se nel 2014 torneranno».  A poche centinaia di metri in località Prata, Sergio Pepe allarga le braccia: «Ho 3 ettari di noccioleto. Prima sono arrivati i caprioli che hanno dato un danno enorme sulle piante giovani e adesso i cinghiali che arrivano a piccoli gruppi con le madri che fanno abbassare i rami per consentire ai piccoli di mangiarne i frutti. E per ora di risarcimenti adeguati al danno non se ne parla:  mi hanno detto che i soldi per i rimborsi scarseggiano sempre». Pepe si lascia andare ad una amara considerazione: «Spesso mi domando se vale ancora la pena di continuare a lavorare per mantenere caprioli e cinghiali che altri provvedono a cacciare. Vedo che nessuno ha realmente la volontà di porre termine a questa situazione che riduce drasticamente i nostri redditi. Se invece chiudesse una fabbrica?». Marco Listello, presidente dell’Atc Asti sud, conosce molto bene la situazione: «Noi stiamo facendo il possibile per contenere i danni, ma ci vuole tempo e collaborazione . Quest’anno comunque nel Sud astigiano i danni,  grazie alle battute ai cinghiali autorizzate dalla Provincia, sono già in calo». [O. P]


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