Il doppio e più di pioggia rispetto al
'94. Epicentro sulla displuviale alpina con la Liguria con 600 mm in
cinque giorni. Giovedì più di 300 mm. L'utilità delle stazioni
meteo (anche quelle amatoriali).
Quel che temevamo quando ad inizio
settimana leggevamo preoccupati le carte previsionali per piogge e
temperature purtroppo è successo. La situazione era ormai chiara già
domenica mattina. La depressione, profonda, dalla Spagna si collocava
sul mar Ligure, mentre ad Est una forte alta pressione russa avrebbe
bloccato per qualche giorno ogni suo spostamento verso oriente.
Logico quindi pensare ad un ripetersi di una situazione meteo, tante
volte osservata, di alcuni giorni (cinque, pronosticavamo) di piogge
continue ed anche intense, premessa di un evento alluvionale.
L'unica, parziale, incognita era sulla possibilità di bloccare un
po' di acqua in quota grazie alla neve. Ma per questo occorreva un
repentino abbassarsi delle temperature che, nel momento dell'inizio
dei fenomeni era impensabile e possibile invece, ma in misura molto
ridotta, verso la fine e cioè tra la serata di giovedì e la
mattinata di venerdì. Ed è successo, ma troppo tardi. Ormai lo
scenario era quello del 1994, anzi peggiore dal punto di vista meteo
ma meno tragico di allora, almeno per quanto riguarda le vite umane.
Si pensi, per capire l'entità dell'evento meteorologico, che
soltanto nelle 24 ore della giornata di giovedì ovunque nell'Alta
Val Tanaro, da Garessio in su, i pluviometri hanno registrato un
apporto di pioggia superiore ai 250 millimetri. Un dato eccezionale,
che da solo segnala che questa alluvione è stata più grave di
quella del 1994. Notate: nella sola giornata di giovedì, più di 260
millimetri a Garessio, 274 ad Ormea e addirittura 344 a Nava. Se poi
ci soffermiamo sulla quantità d'acqua caduta da lunedì' scorso fino
a venerdì mattina la cosa si fa ancor più impressionante: Garessio
526 mm, Ormea 497, Nava 506...! Insomma mezzo metro d'acqua caduto su
tutto il territorio medio-alto vallivo e che ben presto si è
catapultato a valle. Questi ultimi sono dati di stazioni amatoriali,
del tutto omogenei peraltro a quelli delle professionali. Dati utili
per integrare i numeri delle apparecchiature della Regione (i cui
dati, quelli complessivi, sono recuperabili con qualche fatica) che –
a loro volta- ci parlano, ad esempio per la stazione dei Ponti di
Nava, di circa 340 mm nella sola giornata di giovedì e di più di
560 millimetri nel complesso. Ma i numeri sono ancora più pesanti se
ci addentriamo in quella sorta di acrocoro alpino che domina oltre
che sulla val Tanaro anche sulla Val Roya e l'Imperiese. La stazione
meteo di Piaggia (oggi minacciata anch'essa dalle frane) ha superato
i 600 millimetri tra lunedì e venerdì confermando a sua volta che
questo novembre 2016 ha totalizzato più acqua piovana di quello del
1994: nel caso di Piaggia l'ha addirittura triplicato. Fatta salva la
differenza da luogo a luogo e da stazione a stazione, i dati sono
omogenei e confermano che il massimo dell'evento è stato dai Ponti
di Nava in su. Man mano che ci avviciniamo alla pianura le
precipitazioni calano: a Cuneo- San Rocco (della Regione) 146 mm,
mentre Mondovì segna 187 mm per la Regione e 163 mm per un'altra
stazione amatoriale, Morozzo 167 mm, Margarita 131 mm (entrambe
amatoriali) e così via. La presenza di capannine meteo, stazioni,
rilevatori delle piene di fiumi e torrenti, si dimostrano in
definitiva strumenti essenziali non solo per creare affidabili
archivi storici del clima del nostro territorio ma soprattutto
strumenti facilmente e rapidamente consultabili in caso di necessità.
Una forte, eccezionale precipitazione sul Tanarello può già
allarmare su cosa potrebbe poche ore dopo capitare più a valle. La
presenza di reti amatoriali è un valore aggiunto. Sia per la
capillarità di dati che possono offrire ma soprattutto per la
celerità nel disporne. Giovedì nelle ore più “calde” il sito
della Regione con le sue decine (per la zona nostra) capannine era
talmente affollato da ritardare di molto l'acquisizione dei dati ,
mentre strumenti amatoriali dal costo enormemente inferiore, ma
affidabili purché collocati e gestiti con la dovuta perizia e messi
a loro volta in rete (ad esempio: meteonetwork, meteorete, netatmo
weathermap eccetera), ci sono apparsi a tratti più fruibili e molto
utili, soprattutto per avere immediatamente lo “storico” di ogni
stazione. Una riflessione in più dopo l'ennesima alluvione.
Fulvio Romano
Pubblicato su "Provincia Granda"