Italia
Cibo di qualità e pochi sprechi
L’indagine Barilla: una conseguenza è il boom di bimbi obesi
L’indagine Barilla: una conseguenza è il boom di bimbi obesi
e così la Francia è di nuovo prima al mondo per la «bontà» del cibo. E l’Italia solo sesta.
Non c’è da offendersi perché non si parla di gusto né di stelle Michelin né di masterchef a confronto, ma di «sistema alimentare» nel suo complesso che comprende nutrizione, agricoltura, spreco. E la Francia vince in tutte e tre. Al secondo posto il Giappone e al terzo il Canada. Ultimi Egitto, Arabia Saudita e India.
La classifica è quella del Food Sustainability Index (Fsi), il primo indice che analizza le scelte alimentari del pianeta non solo sulla base del «gusto». Lo ha stilato la Fondazione Barilla in collaborazione con The Economist Intelligence Unit ed è stato presentato ieri all’Università Bocconi a chiusura del 7° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione.
«Il cibo italiano per me è il migliore al mondo come gusto», afferma il presidente della Fondazione Guido Barilla, «ma come sistema alimentare - anche se siamo nella parte alta della classifica - dobbiamo fare di più».
Lo studio, unico nel suo genere, ha analizzato i 25 Paesi che rappresentano oltre i 2/3 della popolazione mondiale e l’87% del Pil globale. Questi sono stati giudicati sulla base di 58 parametri nelle tre aree di ricerca già citate: agricoltura sostenibile, sfide nutrizionali, spreco di cibo.
Entrando nel dettaglio, si scopre che l’Italia ha avuto voti altissimi per quanto riguarda l’agricoltura sostenibile grazie all’ampia diversificazione nel settore agricolo e alla gestione dell’acqua. Ed è addirittura il Paese europeo che registra la migliore performance per emissioni di gas serra in agricoltura. E allora da dove vengono i brutti voti? Incredibile ma vero, proprio dalle cattive abitudini alimentari, che la portano a essere il terzo Paese per ipernutrizione e secondo per sovrappeso e obesità nella fascia 2-18 anni. Il problema sarebbero proprio le giovani generazioni, che stanno abbandonando la mitica dieta mediterranea.
E la Francia? Vince perché in questo campo ha politiche che incentivano l’adozione di diete salutari con iniziative ad hoc, per esempio la tassazione delle bevande zuccherate.
L’Italia, quindi, è avvertita. «Il governo dovrebbe intervenire con una legge che regolamenti l’intero settore alimentare -ha concluso Guido Barilla- dall’agricoltura sostenibile alla logistica, alla produzione e distribuzione fino alle modalità di consumo».
Sara Ricotta Voza