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giovedì 15 dicembre 2016

Insulti sul web e urla in Parlamento: basta con questa stagione di codardi (lettera a La Stampa)

LA STAMPA

Cultura

Insulti sul web e urla in Parlamento:

basta con questa stagione di codardi

Per la prima volta nella mia vita mi sono veramente vergognato di essere italiano. Il giorno della formazione del nuovo governo, del giuramento e della votazione alle Camere, tutte le tv hanno presentato uno spettacolo «unificato» di uno squallore unico. Squallido per la ripetizione continua di critiche personali, sempre le stesse, senza una sola parola costruttiva.

Io ho vissuto momenti di rigore oggi inaccettabile: sarà anche stato eccessivo, ma sarebbe bene ricordare che una battuta su De Gasperi e una innocua vignetta dove si vedeva Einaudi che passava in rassegna una fila di bottiglie di vino Nebbiolo delle sue tenute in Piemonte hanno fatto condannare Guareschi a un anno di galera. De Gasperi ed Einaudi, faccio notare, erano uomini di Stato che rispettavano le istituzioni. Quando un «onorevole» dopo la votazione alla Camera ha definito il governo «una banda di delinquenti» avrei voluto vedere i suoi colleghi dell’altra parte gridare il loro disappunto, la presidente della Camera farlo espellere, il capo del governo dire, subito, che lo avrebbe denunciato. Non è successo nulla, tutto è proseguito serenamente, io ho spento la televisione e mi è scappato un «Vaffa…» per tutti.

Carlo celada

Bella lettera, compresa l’imprecazione finale che può apparire greve ma rende l’idea. Ci sono tanti italiani che coltivano idee politiche le più diverse, ma vorrebbero che i loro rappresentanti le portassero avanti con nettezza ma dignità, senza bisogno di ripetere che gli avversari sono criminali. E invece lo spettacolo andato in scena in queste ore nei due rami del Parlamento dimostra una certa inadeguatezza dei diversi schieramenti: si può accusare il governo di essere inadeguato, ma non c’è nulla di delinquenziale nel chiedere la fiducia al Parlamento e ottenerla. E d’altra parte chi si sente ingiustamente investito da accuse assurde, se ne sta al coperto, per evitare di essere investito da una raffica supplementare di insulti via web. È la stagione dei codardi, quelli che si nascondono sulla Rete e chi urla in Parlamento, ma per un’inversione dei toni non è mai troppo tardi.

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