ebook di Fulvio Romano

mercoledì 2 novembre 2016

L’ultimo treno saluta la storia dai binari affacciati sul mare

LA STAMPA

Imperia

Dopo 144 anni stop alla vecchia tratta San Lorenzo-Andora

Ieri il viaggio a ritroso nel tempo prima della chiusura della ferrovia

Con quel fischio e il conseguente secco rumore di sportelli delle carrozze «Corbellini e Centoporte», che si sono chiusi uno dopo l’altro ieri alle 9.42 alla stazione di Savona, il capotreno savonese Elisa Faggio è entrata nella storia delle ferrovie italiane. A 26 anni, con una laurea di ostetrica in tasca, la divisa blu ingentilita dal foulard e la bandiera verde a sventolare l’atteso momento, Elisa ha dato la partenza al convoglio storico lungo la linea che unisce le province di Savona e di Imperia, ricamata a fine ‘800 tra case e città, ulivi e pini, muri a secco, rocce a picco e mare. E’ il viaggio festoso che ha simbolicamente salutato, dopo 144 anni di storia, l’ultimo giorno di attività a regime della tratta ferroviaria San Lorenzo-Andora, in attesa dell’11 dicembre quando entrerà in funzione il raddoppio a monte, i 19 chilometri di cui 16 in galleria per attraversare quasi in apnea il tratto imperiese. Erano 460 ieri i passeggeri del treno «vintage» degli anni ‘30-’40 - iniziativa nata da una collaborazione tra Fondazione FS Italiane e Regione Liguria - seduti nelle varie carrozze, dai divani lussuosi della prima classe alle panche di legno della seconda e terza, ma più che altro affacciati ai finestrini per gustare per l’ultima volta la vista di quei panorami mozzafiato, attraversando stazioni che non ci saranno più, salutando una folla in attesa rispettosa lungo i binari, a ogni passaggio a livello, spiaggia o passeggiata. Migliaia di persone tra Savona e Arma di Taggia hanno fermato l’attimo con uno sguardo, uno scatto di Reflex o smartphone. Per esserci, postare sui social e raccontare documentando il passaggio. «Oggi è un viaggio direi storico, si chiude così una parte della ferrovia ligure di ponente - racconta Luigi Cantamessa, direttore generale Fondazione Ferrovie dello Stato - E’ suggestivo pensare a che cosa sia passato negli anni da qui. Dai grandi espressi internazionali, Parigi, Ventimiglia Roma, al treno dei fiori, ai treni della guerra che arrivavano in frontiera e poi i treni della rinascita. Tutto questo finisce e un treno degli anni Trenta ha voluto ripercorrere per l’ultima volta con gli stessi ritmi, gli stessi arredi - cambiano solo le persone - questo meraviglioso binario che per tanti anni ha lambito le spiagge e i borghi liguri». 

Cambiano le persone. Ma non più di tanto. I viaggiatori che ieri erano bordo del treno della Riviera, oggi come negli anni cinquanta avevano negli occhi la felicità di chi sta andando al mare. «Questo è un treno che sa di cose vecchie, di cose fatte bene - spiega Emily Borretto di Bellinzago Novarese ieri a bordo con il marito Marco Carcioffo, ingegnere aeronautico - il viaggio era concepito non solo per arrivare in un posto ma per assaporarne i passaggi. Siamo qui per vivere questo pezzo di storia».

Per il sanremese Franco Scigliano i treni sono una passione: «Ho un plastico ferroviario e più di cento locomotive, cinquanta carrozze». Da Bordighera arriva Fabio Messineo: «Ricordo quando andavo a scuola su carrozze come questa, un salto indietro che emoziona». Da Torino Gianmarco Laterra e Andrea Mariotto: «Abbiamo letto di questo viaggio sul forum - dicono - è una svolta epocale, un saluto nostalgico e la curiosità per quello che sarà». E ancora a fine corsa in paziente attesa Andrea Arangio: «Da piccolo andavo a vedere i treni alla stazione vecchia di Arma - dice - non potevo perdermi questo passaggio». 

Senza fretta, tra gli applausi e i «ciao treno» gridati al vento dai bambini, il convoglio d’epoca con un glorioso ritardo ha raggiunto la stazione di Arma di Taggia per poi tornare a Savona, spegnendosi nel buio di una sera speciale. 

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MILENA ARNALDI


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