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Il lupo sull’uscio
La storia dei delfini delle Eolie, ammirati fra gridolini di gioia dai turisti, e combattuti dai pescatori perché si mangiano tutto il pesce, suggerisce scanzonate analisi antropologiche. Anzitutto pare che i pescatori esagerino un po’, e ci marcino per spuntare sussidi, ma un pescatore è un pescatore, non un milionario, mentre il turista, dopo l’emozionante contatto con l’amorevole cetaceo, se ne torna in città nel suo caro asfalto. Dove, però, comincia a essere inseguito dall’esotica fauna: tutti sanno che i cinghiali, detestati e dispotici padroni della Maremma, sono arrivati in periferia: a Roma un motociclista ci è andato a sbattere ed è morto. Un meraviglioso esperto ci ha spiegato che fare in caso di incontro col cinghiale: non dargli le spalle, non guardarlo negli occhi, e se attacca schivarlo all’ultimo, come i toreri. L’ha detto davvero, abile mossa e olé, in punta di piedi. Di conseguenza i fan dei lupi si sono rianimati: proteggiamoli, che mangiano i cinghiali! E però, sarà per non farsi mangiare, ma tutti i cinghiali sembrano essersi trasferiti a Roma. In compenso i lupi si mangiano le pecore dei pastori di Amatrice. «La modernità ci ha portato il lupo sull’uscio», ha detto un giorno un saggio pastore amatriciano. Dunque, molta commozione e solidarietà col terremotato, purché lasci stare i lupi. Quelli se li tenga. E così vien da dire che gli animalisti abbondano dove scarseggiano gli animali, e viceversa. Ma si fa per scherzo, eh, ché il lupo va protetto, ma il rubrichista lo abbattono volentieri.
Mattia Feltri