Il 2016, che si sta chiudendo con il ritorno del gelo, è stato a Cuneo nel suo complesso un anno molto caldo. Con 13,6° registrati dalla capannina storica è arrivato a spalla del 2015 (record dal 1877 con 13,7°), anche grazie ad un bel dicembre (7,1°) battuto soltanto dall'eccezionale mese (7,4°) dello scorso anno. Il riscaldamento continua: nel 2016 ha superato nel capoluogo di ben due gradi la temperatura media osservata dal 1877 e di un grado e mezzo quella del trentennio1981-2010, riferimento per le statistiche climatiche. Gli inverni sono lontani dai geli di un tempo. Quest'anno è stato di ben tre gradi sopra la norma, con soltanto una ventina di notti con il gelo. Giorno più all'addiaccio, il 20 gennaio con media di -0,4° e minima di -4,3°. Neve assente tra dicembre e gennaio, ma nevicate “super” a marzo, con 52 cm, più di tre volte la norma storica. Per il resto il 2016, con i suoi 72 cm totali nel capoluogo, è riuscito a colmare soltanto il 60% di quanto atteso nella stagione. Dopo l'inverno è ormai la primavera ad esprimersi su valori mai visti: tra marzo e maggio 2,2 gradi in più rispetto alla serie storica, con un bell'aprile riscaldato dalla presenza dell'anticiclone, e che ha segnato fino al principio di maggio ben 6 giornate di record delle massime. Il caldo ha avuto il suo record annuale di 33° proprio a San Giovanni (24 giugno), mentre l'estate nel suo complesso ha superato di poco più di un grado la media storica. Ma l'estate si è prolungata, come da molti anni ormai fa, a settembre, mese da quasi record con 20,3° di media contro i 20.9° del 2015, e che ha contribuito, nonostante qualche sventagliata fredda a ottobre e novembre, ad un autunno di quasi due gradi sopra la norma. Le piogge autunnali sono arrivate in ritardo e con quali risultati ben sappiamo. L'alluvione del 21-25 novembre ha scaricato su Cuneo ben 204 mm, un dato doppio dell'acqua scesa sul capoluogo nel 1994. Più di un terzo dei 1108 mm caduti nell'anno sono stati osservati in autunno (376) e di questi ben 230 a novembre. Segue nella classifica della piovosità febbraio (209 mm): un fatto insolito perché di solito il posto toccherebbe a ottobre o a maggio. A febbraio è scesa anche la pioggia (con una ventina di cm di neve) che aveva disertato gennaio, il mese più siccitoso con soli 3 scarsi millimetri. Nel complesso nell'anno ha piovuto più di quanto atteso: il 110 % oltre la serie storica e il 134% in più del trentennio 1981-2010. Un anno caldo, quindi. Ben irrorato soltanto a tratti, visto che hanno prevalso piogge alluvionali piuttosto che scariche temporalesche. Con un inverno arido e neve solo primaverile, ma con un accenno alla ripresa delle nevicate a dicembre, come di recente avvenuto.
sabato 31 dicembre 2016
Sci tra le case a Demonte
Cuneo
Singolare gara di fondo sprint ieri in «notturna»
Singolare gara di fondo sprint ieri in «notturna»
Strade ricoperte con la neve
per sciare tra le case a Demonte
Volontari hanno scaricato decine di camion e battuto la pista
Volontari hanno scaricato decine di camion e battuto la pista
Piazza del Palatenda e le vie intorno alla bocciofila a Demonte, per una notte, sono diventate una grande pista da fondo «urbana»: 750 metri di percorso da fare due volte, con le temperature sottozero che non hanno scoraggiato alcune centinaia di appassionati, famiglie, tifosi, residenti.
La gara è stata impostata come uno sprint notturno di Coppa del Mondo: partenze a tempo, batterie di qualifica, eliminatorie, finali. A sfidarsi 130 atleti tesserati Fisi, tra cui il meglio dello sci di fondo piemontese, ma anche più di 60 tra amatori e sciatori non professionisti.
La neve di tutta Demonte, da giorni, è stata raccolta nella zona accanto al centro storico, ma nelle ultime tre notti sono stati un centinaio i volontari che hanno lavorato per portare cumuli e spianarli, con Tir e scavatori messi a disposizione da aziende del paese, senza contare l’installazione di luci per illuminare il percorso della gara notturna (iniziata alle 18, si è conclusa dopo le 21) e i generatori, transenne e tutto il subbuglio dentro il Palatenda, tra bevande calde, sciolina a profusione e i consigli di allenatori e maestri agli atleti più giovani. Sebastiano Audisio, assessore comunale ad Ambiente e Montagna: «Abbiamo pensato a questa iniziativa come una festa di paese. Lo sci di fondo è uno degli elementi dell’identità di Demonte, che per fortuna è natura e sport, non solo traffico e Tir».
L’iniziativa inedita è stata organizzata dal Comune con la collaborazione di Pro loco e Ana, sci club Valle Stura e centro fondo di Festiona. Tra gli atleti in gara anche la squadra regionale, tra cui c’è Lorenzo Romano, 19 anni, di Demonte, atleta del Centro Sportivo Esercito.
A chi gli chiede se avesse mai pensato di poter praticare il suo sport in mezzo alle vie del paese, risponde: «E chi lo poteva immaginare? È stata davvero una bella idea».
lorenzo boratto
mercoledì 28 dicembre 2016
sabato 24 dicembre 2016
venerdì 23 dicembre 2016
Minime del Piemonte 23/12/2916
giovedì 22 dicembre 2016
mercoledì 21 dicembre 2016
martedì 20 dicembre 2016
“Salviamo un tesoro di semi antichi di secoli”
Italia
Nell’Ossola gli archeologi di ortaggi e verdure
Nell’Ossola gli archeologi di ortaggi e verdure
Nascosto in ogni seme c’è un valore inestimabile, essenza della continuità della vita. Lo sanno bene i «salvatori di semi» della valle Antrona, a pochi chilometri da Domodossola. Sono agricoltori e appassionati che, di generazione in generazione, hanno selezionato e conservato specie provenienti dagli orti di famiglia. È quello che ha fatto la comunità di Viganella, frazione di Borgomezzavalle, conosciuta nel mondo per lo specchio costruito sulla montagna per riflettere i raggi del sole che, altrimenti, da novembre a febbraio non raggiungerebbero il paese.
In questo borgo di 70 abitanti in pochi mesi sono stati raccolti oltre 15 mila semi. Da qui l’idea di lanciare l’iniziativa «scambio semi Valle Antrona». «La parola chiave è condivisione - spiega Edith Steinbach, l’ideatrice del progetto -. I semi sono un tesoro che la natura ci ha donato e per questo vanno salvati e piantati per garantire la continuità della biodiversità. Abbiamo preparato 700 bustine da distribuire».
Tredici le specie di ortaggi selezionate e catalogate, anche con nomi suggestivi. Come «la lattuga della mia nonna Maria», tramandata da oltre 100 anni. «Non ho conosciuto la nonna, ma piantando di anno in anno la sua lattuga ho mantenuto un legame importante con le mie origini», racconta Candida Mancini, un’altra delle promotrici del progetto. Durante i mercatini di Natale di Borgomezzavalle la lattuga è stata una delle qualità vendute o semplicemente scambiate insieme con diverse varietà di fagioli, zucche, zafferano, cetrioli, aneto e grano nero.
Anche tutti gli altri semi non hanno meno di 30 anni: la qualità dei fagioli «donne di campagna di Berna» è tramandata dal 1956, ma c’è l’aneto di 50 anni, originario dell’Austria, e portato a Viganella da amici di Edith. Quella della conservazione del seme è sempre stato un rituale nelle famiglie contadine. I nonni, con pazienza, conservavano una parte del raccolto maturo per farne semenza che garantisse così la continuazione della specie e il raccolto dell’anno successivo. Protetti dal freddo, i semi erano poi ripiantati in primavera o barattati per ottenere nuove varietà.
«Un appassionato di Montescheno, altro paese della valle Antrona, ci ha portato i “migliaritt”, una qualità di peperoncini dolci verdi e ha preso dei fagioli arrivati dall’Austria», spiega Pier Franco Midali, presidente delle associazioni che hanno appoggiato l’iniziativa, la «Giovan Pietro Vanni» e l’«Apao», l’associazione produttori agricoli ossolani. E aggiunge: «L’usanza di scambiarsi i semi la notte di Natale ha scandito la tradizione della comunità. L’ho ritrovato in un documento del 1700. Oggi dobbiamo far sbocciare il futuro da questo passato».
cinzia attinà
lunedì 19 dicembre 2016
Neve e nevischio al momento trascurano il Cuneese
La neve entra dalla porta di Savona...
domenica 18 dicembre 2016
Da lunedì neve!!!
Previsione MeteoGroup per lunedì-martedì-...
sabato 17 dicembre 2016
Contrordine: Nevica martedì e mercoledì...
venerdì 16 dicembre 2016
Notte Santa "bianca"???!?
O nevicherà già questo mercoledì...?!????
L'informazione al tempo di Internet: La catena dei siti bufala contro Gentiloni porta a Sofia
Italia
La catena dei siti bufala
contro Gentiloni porta a Sofia
La ricerca di due informatici: sede in Bulgaria, sfruttano anche il nome “5 stelle”
La ricerca di due informatici: sede in Bulgaria, sfruttano anche il nome “5 stelle”
Martedì, neanche ventiquattr’ore dopo aver giurato al Quirinale col nuovo governo, Paolo Gentiloni era già sommerso da una valanga di insulti su Facebook. Un post in particolare è diventato viralissimo, ricevendo decine di migliaia di like in poche ore e pompando a sua volta odio, e eventuali diffamazioni sul nuovo presidente del Consiglio. Sul sito «Libero Giornale» (nulla a che fare né con Libero né col Giornale) gli si attribuiva la seguente frase: «Gentiloni choc: “Gli italiani imparino a fare sacrifici e la smettano di lamentarsi”». Naturalmente Gentiloni non ha mai pronunciato quelle parole; il post ha generato tanto traffico pubblicitario (e discredito anti-casta). Le tre bufale più condivise in assoluto negli ultimi 15 giorni in Italia vengono dallo stesso sito, che il primo dicembre aveva viralizzato un altro post, su 35 arresti di «politici legati al Pd» e pronti a truccare il voto referendario; notizia inventata, ma record: al momento tira ancora e supera le 147 mila condivisioni. Insomma, chi c’è dietro questo sito?
Due debunker italiani - tra i professionisti più stimati nel ramo - lo svelano stamane sul sito attivissimo.blogspot.com, pubblicando la prima puntata di un’analisi e un tracciamento che hanno condotto. I due sono Paolo Attivissimo, commentatore informatico, e David Puente, informatico e tracciatore di fake news (oltre che ex dipendente della Casaleggio associati, da cui uscì anni fa in una stagione molto diversa dalla attuale. Oggi gestisce il sito specializzato davidpuente.it). «Liberogiornale.com - scrivono - non è un semplice sito d’informazione amatoriale che sbaglia o un sito di “satira e finzione” (come asserisce in caratteri piccolissimi in un angolo ben nascosto): è una fabbrica professionale di panzane. Pubblica intenzionalmente balle per fare soldi. Fa parte di una rete professionale occulta di siti sparabufale che ha ramificazioni anche fuori dall’Italia». Ieri tra l’altro Laura Boldrini ha raccontato di aver chiesto a quattro esperti un aiuto per contrastare la diffusione delle fake news: oltre a Puente e Attivissimo, anche Walter Quattrociocchi del CSSLab dell’Imt di Lucca, e Michelangelo Coltelli (di Butac.it).
I siti di presunta satira come «Libero Giornale», scrivono Attivissimo e Puente, «spesso storpiano in modo ingannevole i nomi di testate molto note, come Ilfattoquotidaino.com (non è un refuso: è proprio quotidaino), News24tg.com o Gazzettadellasera.com. L’intento sembra piuttosto evidente: ingannare i lettori». I nomi dei titolari di questi siti sono nascosti. «Libero Giornale» è intestato alla società Domains by Proxy LLC. Ma seguendo la pubblicità, Attivissimo e Puente sono risaliti a un filo, usando i dati pubblici del web o dei social: «Questi siti usano una stessa fonte, e addirittura lo stesso account publisher (denominato “kontrokultura”), per i propri banner pubblicitari. La fonte è la società Edinet, sede a Sofia, in Bulgaria. I suoi dati pubblici sono nel registro del Ministero della Giustizia bulgaro. Il sito della società è Edinet.bg, il cui “Chi siamo” (scritto, stranamente, in italiano) spiega che si tratta di un “Gruppo editoriale” che ha uffici “in Francia, Germania, Slovenia e soprattutto Italia. I componenti e collaboratori di Edinet sono al 90% Italiani ed è proprio in Italia che sono puntate tutte le nostre risorse”. Ma che sorpresa. Il registro del ministero bulgaro indica anche il nome del titolare: Carlo Enrico Matteo Ricci Mingani».
Ulteriori loro ricerche individuano poi un comunicato stampa in cui Matteo Ricci si definisce «come “responsabile delle pubblicazioni” di Edinet Ltd. Il comunicato annuncia che “Edinet Ltd ha rilevato il gruppo KontroKultura”. Guarda caso, lo stesso nome usato per l’account pubblicitario. Matteo Ricci si vanta di gestire “oltre 30 testate online”».
Quali altri siti ospitano i banner pubblicitari di Edinet, con l’account «kontrokultura»? «Oltre a Gazzettadellasera.com e Liberogiornale.com spuntano News24europa.com, News24tg.com, Notiziea5stelle.com e altri ancora». Notevole che Ricci Mingani usi anche il nome “5 stelle”. Il M5S potrebbe chiedere i danni. Finora non l’ha fatto.
Attivissimo e Puente, nelle puntate successive, parleranno del meccanismo Facebook attraverso cui, con una serie di pagine e vari gruppi di “fan club politici”, si svela, «intorno a questi siti, uno stuolo di promotori e “pompatori” di queste false notizie sui social network: complici consapevoli e inconsapevoli». Camere dell’eco, più o meno individuabili e profilate, attraverso cui il dibattito politico italiano risulta drogato.
Jacopo Iacoboni
Amicizie stellari (Gramellini)
Prima Pagina
Uno vale uno, ma vale due se è amico di qualcuno. Come nella «Fattoria degli Animali» di Orwell, anche in quella di Grillo il mantra dell’eguaglianza è stato aggiornato dopo i primi strusci con il potere. L’ultima miracolata è la dottoressa Alessandra Manzin, assunta con stipendio più che onorevole dall’assessora alla «città in movimento», una dizione che riferita al traffico di Roma risulta particolarmente satirica. La delibera comunale giustifica il lieto evento con «doti e competenze specifiche nel campo del diritto amministrativo». Ma non deve avere troppo danneggiato la prescelta il particolare di essere collaboratrice di un parlamentare grillino e fidanzata con un pezzo grosso della Casaleggio Associati, assistente a sua volta di uno dei leader del movimento.
Da qui alle prossime elezioni, che auspichiamo imminenti, Pd e Cinquestelle si sfideranno a chi combina più disastri tra il governo biscottato di Gentiloni e la giunta brancaleone della Raggi. Una battaglia dall’esito incerto nella quale sarebbe un delitto intromettersi. Però bisogna pur riconoscere che, se la Boschi pecca di incoerenza quando promette di lasciare la politica in caso di sconfitta e poi si incolla alla poltrona, non tanto più lineare è il comportamento di chi predica la meritocrazia anglosassone, ma applica il familismo italico, distribuendo gli incarichi pubblici, e le relative prebende, a una girandola di padri madri cugini amici cognati mogli e fidanzate da far venire il mal di testa.
Non sono diversi. Sono solo nuovi. E ancora per poco.
Massimo Gramellini