LA STAMPA
Imperia
Tra bozzetti e nozioni
Le conosceva tutte. Per nome. Sapeva come utilizzarle, quando raccoglierle, come valorizzarle al meglio. Soprattutto nel piatto. Le piante non erano l’oggetto del suo lavoro. Per Libereso le piante erano amiche, compagne di vita, esseri viventi da rispettare, da cui imparare, da ammirare. Ma anche da mangiare, visto che le sue conoscenze infinite su tutto il «mondo verde» lo hanno portato a diventare anche un esperto di fiori e piante commestibili. Una conoscenza che ha saputo non soltanto raccontare in numerosi testi, ma che ha anche dato vita a una serie cospicua di disegni, bozzetti, acquerelli, piccoli dipinti che Libereso disegnava continuamente, portava con sè, utilizzava come segnalibro, regalava a tante persone, con generosità. Mai geloso delle sue creazioni, sempre generoso verso gli altri: il suo sapere, per Libereso, era un patrimonio da condividere, che si portava dietro con semplicità, pur con tutte le collaborazioni importanti, i lavori internazionali, le sue conoscenze ai più alti livelli, il «giardiniere di Calvino» amava raccontare, condividere, spiegare soprattutto ai giovani tutto quello che sapeva. Chi ha avuto, prima che la fatica dei suoi ultimi anni gli acciaccasse le membra, la fortuna di passeggiare con lui lungo un sentiero di campagna, in un bosco, conserva un ricordo magico. In cui tutti i minuti fiori di campo, le erbe meno nobili, perfino le erbacce, diventano protagonisti: ognuna con le sue virtù, caratteristiche, quella si consuma cruda, quell’altra è particolarmente zuccherina, l’altra ancora è ottima per curare qualche disturbo. Una porzione di prato diventa un’insalata, un colorato mazzo di fiori è anche una golosità. Libereso era così. Mai scontato o banale, sempre arguto, originale. A contatto con la terra, con la sua essenza profonda, quando ancora la svolta «green» che tanti oggi professano di certo non era di moda. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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