ebook di Fulvio Romano

domenica 18 febbraio 2018

Chiusi gli account filorussi dietro i cyber attacchi in Italia

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Chiusi gli account filorussi

dietro i cyber attacchi in Italia

Tre profili su cinque spariti dopo l’inchiesta de La Stampa sulle ingerenze 

Il ministro degli Esteri russo Lavrov sminuisce: “Solo chiacchiericcio”

Tre dei cinque account di Twitter che nell’inchiesta pubblicata ieri avevamo segnalato per l’attività di propaganda filorussa hanno chiuso ieri mattina, senza una parola. Senza rispondere, rivendicare le loro idee, o difendere le operazioni. Perché? È il comportamento normale di un utente che esercita il diritto di esprimere le sue opinioni? Oppure è la confessione che si trattava di un’altra cosa e quindi i gestori hanno deciso di eliminarli davanti alla nostra denuncia? Il ministro degli Esteri russo Lavrov, riferendosi ieri all’inchiesta sulle interferenze negli Usa, l’ha smentita definendola «chiacchiericcio».

Gli account che hanno chiuso sono @CorryLoddo e @Outis2000, ormai cancellati e inaccessibili. Invece @lucamedico è passato alla modalità privata. Se cerchi di leggere i contenuti, sullo schermo compare questa risposta: «This account’s Tweets are protected. Only confirmed followers have access». Traduzione: i tweet di questo account sono protetti, solo i seguaci confermati hanno accesso. In apertura resta visibile una scritta in cirillico.

Per capire che tipo di propaganda facessero, basta aprire invece @DoctorWho744, che è ancora in funzione. I contenuti riprendono e rilanciano temi pubblicati dai media russi, oppure notizie favorevoli a Movimento 5 Stelle e Lega. Ad esempio: il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov dice che gli americani intendono stabilirsi a lungo in Siria, occupando gran parte del territorio nazionale. Segue un attacco al ministro degli Interni italiano Minniti, perché sul tema dei migranti ha detto che gli italiani finiranno per trasferirsi in Africa. Un tweet di Voice of Europe viene invece ripreso per denunciare che il finanziere Soros sostiene un piano per distruggere lo stato nazione e l’intero Occidente. Segue una serie di tweet rilanciati da Sputnik, organo d’informazione russa. Il primo parla della creazione nel paese di una fabbrica per elementi superpesanti; il secondo denuncia che oltre 3.000 civili sono stati uccisi e 7.000 feriti in Afghanistan, durante il 2017; il terzo assicura che il Cremlino ha una risposta per contrastare i piani degli Stati Uniti per aumentare la loro presenza militare in Europa; il quarto rivela quale sarà la prossima provocazione relativa all’uso delle armi chimiche in Siria. 

Al fianco di Sputnik, non mancano i tweet rilanciati da RT (cioè condivisi da altri profili), come quello su Macron che minaccia di colpire Damasco se userà ancora questi strumenti di distruzione di massa.

Poi ci sono i tweet sulla politica italiana. Marione chiede se Renzi sapeva che Buzzi pagava il Pd. Alessandro Di Battista esalta @fanpage, perché insegna ai «giornaloni» come si fa il giornalismo; attacca Giannini, perché non capisce ancora come mai M5S continua a crescere a Roma; a proposito dei rimborsi, dice che i grillini hanno restituito 23 milioni di euro, mentre Berlusconi dava i soldi alla mafia attraverso Dell’Utri. Diversi tweet del Fatto Quotidiano sono rilanciati, insieme a quelli ufficiali di M5S, che fa un appello «ai partiti sanguisughe: prima di parlare, versate 23 milioni di euro su questo conto». Non manca l’appoggio alla Lega, con Antonio Bordin che critica il ministro della Giustizia Orlando per aver paragonato Traini a un terrorista delle Torri Gemelle. Quindi aggiunge che chi fomenta l’odio in Italia è la presidentessa della Camera Boldrini. Spesso questi account usano le stesse fonti, come Sputnik, RT, il giornalista siriano Naman Tracha, o rilanciano proprio gli stessi identici tweet.

Naturalmente l’Italia è una democrazia, e i suoi cittadini hanno il diritto di esprimere le opinioni che vogliono, votando i partiti che preferiscono. Ma se questi account erano gestiti da normali cittadini, che esercitavano i loro legittimi diritti politici, perché sono stati chiusi senza una parola dopo la nostra denuncia? Forse erano parte di un’operazione come quella condotta dalla Russia negli Usa durante le presidenziali del 2016?

Cinque account sono pochi: solo un campione. Ma il fatto che tre su cinque abbiano già chiuso dimostra che il fenomeno è vero, e chissà quanto più vasto. I 5 account di cui abbiamo parlato hanno scritto oltre 160.000 tweets. Molti per utenti normali, pochi per un attacco su larga scala. Bisogna però tenere presente che le interferenze negli Usa erano state condotte proprio così, con piccoli account insospettabili, al punto che il figlio di Donald Trump aveva rilanciato i tweet di un falso sito repubblicano creato in realtà dagli agenti russi. Quanti sono dunque gli account simili ai 5 che abbiamo denunciato, ancora attivi in Italia? E chi li gestisce davvero?

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Paolo Mastrolilli