ebook di Fulvio Romano

sabato 11 giugno 2016

Caporetto demografica, l’Italia si svuota

LA STAMPA

Italia


Poche nascite e picco di decessi, un calo così della popolazione non accadeva dal 1917 

Gli stranieri sono l’8,3%, ma per la prima volta i migranti non hanno arginato il crollo

Un’Italia sempre meno italiana e sempre meno popolata emerge dagli ultimi dati pubblicati dall’Istat nel «Bilancio demografico nazionale». Durante il 2015 i residenti sono diminuiti come non capitava dal 1917, l’anno della disfatta di Caporetto, simbolo eterno di un’Italia in profonda crisi. In totale al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60 milioni 665.551 persone. Fra di loro più di 5 milioni sono stranieri, cioè l’8,3%dei residenti in Italia e il 10,6% vivono al Centro-nord. 

Ma tra questi 60 milioni e oltre di italiani ci sono 130.061 persone in meno rispetto al 2014. Il calo riguarda esclusivamente i cittadini italiani - 141.777 residenti in meno - mentre ci sono 11.716 stranieri residenti in più che, però, per la prima volta non riescono a compensare il calo costante degli italiani. La diminuzione è più rilevante per le donne (-84.792) rispetto agli uomini (-45.269).

L’Istituto nazionale di statistica pone in particolare l’accento sulla continua riduzione della popolazione con meno di 15 anni: al 31 dicembre 2015 era pari al 13,7%, un punto decimale in meno rispetto all’anno precedente. Vuol dire che quelli che dovrebbero essere i futuri italiani sono sempre meno numerosi, segno inequivocabile di una crisi che sembra senza futuro.

Il saldo naturale, determinato dalla differenza tra le nascite e i decessi, nel 2015 ha fatto registrare valori fortemente negativi, anche più negativi dell’anno precedente. Al costante calo delle nascite, nel 2015 si è affiancato un notevole aumento dei decessi. 

Calano anche gli italiani attivi, quelli che hanno dai 15 ai 64 anni che nel 2015 rappresentavano il 64,3% della popolazione. Aumentano soltanto gli italiani che hanno 65 anni e oltre, vale a dire il 22% degli italiani. 

Nel 2015 i nati sono stati meno di mezzo milione (-17 mila sul 2014) di cui circa 72 mila stranieri (14,8% del totale). I decessi invece oltre 647 mila, quasi 50 mila in più rispetto al 2014. Si tratta di un incremento sostenuto che - secondo l’Istituto di statistica - è da attribuire a fattori sia strutturali sia congiunturali. L’eccesso di mortalità ha riguardato i primi mesi dell’anno e soprattutto il mese di luglio, quando si sono registrate temperature particolarmente elevate.

Ci sono circa 133mila persone che hanno scelto di andare a vivere all’estero. Il movimento migratorio, un dato in flessione rispetto agli anni precedenti e che ha il suo peso nel saldo negativo finale. 

Prosegue la crescita delle acquisizioni di cittadinanza come unico, profondo segnale positivo nella crisi demografica italiana: ammontano a 178 mila i nuovi cittadini italiani nel 2015. Sono circa 200 le nazionalità presenti nel nostro Paese: per oltre il 50% (vale a dire oltre 2,6 milioni di persone) si tratta di cittadini che arrivano da un Paese europeo. La cittadinanza maggiormente rappresentata è quella romena (22,9%) seguita da quella albanese (9,3%).

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