venerdì 31 dicembre 2010
tra fine e inizio anno, tempo e temperature
Un fine anno in compagnia di sole, nebbie ed inversioni termiche
Di una cosa almeno dobbiamo ringraziare l’umida parentesi autunnale che ha preceduto e accompagnato il Natale di quest’anno. Per il fatto di averci permesso di riassaporare per qualche ora le balze collinari che ci sono care, il giardino quasi spoglio di foglie ma comunque ancora verde, le foglie marroni di castagno umide sul terreno, promettenti un futuro ricco humus e, insomma, perché ci ha regalato un pezzo di stagione e di paesaggio nostro ancora sgombro dalla neve, percorribile, praticabile senza affanni. E’ durato soltanto fino alle prime ore di santo Stefano, poi ecco arrivare la preannunciata folata artica che in poche ore ha fatto crollare i termometri portando con sé anche la neve. Non molta, pochi centimetri al piano, come avviene di solito in questi casi. Ma sulla nostra collina saranno ormai quella decina o quindicina che cambiano in modo irreversibile la nostra stagione in campagna per qualche mese, almeno sino a fine marzo (se tutto andrà bene). E così abbiamo sopportato la terza offensiva artica di dicembre e la quarta dall’inizio della brutta stagione. Le arie da Nord Est hanno ancora una volta preso d’infilata la padana e si sono insaccate, umide e fredde, sotto il nostro arco alpino-collinare. Significativo che sia nevicato più sugli altipiani e colline che non in alta montagna. Più tra Marittime e Cozie che non altrove. I termometri lunedì mattina hanno segnato valori da Grande Inverno, ancora una volta. Si sono sprecati i -12 gradi sulle alte valli, mentre ai piedi collinari si osservavano -9° e soltanto nei centri urbani si respirava con “soltanto” -4°…
L’ultima settimana dell’anno 2010 è così iniziata all’insegna del gelo e del tentativo dell’Anticiclone di rifarsi vivo scacciando le perturbazioni atlantiche a Nord delle Alpi. Certo, così facendo ha favorito l’afflusso dell’aria artica gelida, ma manterrà comunque per qualche giorno, fino almeno a domenica-lunedì prossimi, una certa stabilità climatica che non vedrà più nevi né piogge, ma che non è detto che sia rosa e fiori. Anticiclone forte d’inverno non equivale a paradisi di bel tempo, anzi. Può provocare la cosiddetta “inversione termica” dovuta al “tappo” di aria fredda che la pressione schiaccia a terra nelle zone che diventano fredde ed umide, gravide di nebbie. Succede così che mentre sugli altipiani leggiamo temperature quasi gradevoli per la stagione nelle combe di pianura e nelle forre umide sembra di essere invece in altre terre e altre stagioni, degne degli inferni invernali. Un fenomeno che, con pressioni spiccate, si può cogliere (dotati di buon termometro) addirittura nella differenza di temperatura tra il sedime stradale (più al freddo) e gli ultimi piani degli edifici (più al caldo). Ricordo che anni fa un tipo che gelava nelle forre umide cebane non si capacitava di leggere le temperature miti che registravamo dalla torretta meteo di Cuneo (che è su di un altipiano benedetto da Dio e a venti metri dal terreno). Si arrabbiava, scriveva, maneggiava tremebondo termometri sempre più sofisticati… Non sapeva dell’inversione termica, tutto qui.
Così succederà che nebbie e nuvole si schiacceranno a tratti sulle piane e financo nelle valli montane tra mercoledì e giovedì, favorendo vivaci inversioni termiche. Da giovedì le temperature massime si attenueranno un po’, ma le minime notturne si terranno sempre a ridosso o sotto il gelo. Il capodanno dovrebbe vedere un tempo in lieve miglioramento con più sole sugli altipiani e nuvole verso le coste liguri.Per il dopo lo scenario è ancora aperto, tutto da giocare. E’ possibile che di nuovo l’Artico si faccia vivo. Altri modelli preconizzano la continuazione del dominio dell’anticiclone mediterraneo, foriero di inversioni ma anche di tepori… Una cosa appare quasi certa, che per la Befana ci ritroveremo con i piedi nella neve.
Romano.fulvio@libero.it