ebook di Fulvio Romano

sabato 18 dicembre 2010

Caro Mercalli ti scrivo...


LETTERA APERTA A LUCA MERCALLI,

Caro Luca, ci conosciamo dal 1994, forse dagli ultimi mesi del 1993. Allora ero preside del Liceo Classico "Pellico" e ti invitai per alcune conferenze a Cuneo, mentre insieme lavoravamo per riportare la stazione meteo del capoluogo (tra le stazioni piemontesi con la serie storica più lunga) là dove il prof. Giovanni Cossavella, grande prof di fisica e primo preside del Bonelli, l'aveva collocata nel 1876 e cioè sull'ex campanile della chiesa di santa Chiara, nel centro storico. Tra parentesi quell'estate 1994 fu molto calda, con un luglio sereno e bollente di sole ed aria asciutta (ricordi quando salimmo sulla torretta di via Cacciatori delle Alpi perlla posa degli strumenti?). Io ero entrato in contatto con i temi della meteo e del clima anzitutto perché mi occupavo intensamente (dal 1979) di astronomia applicata e poi da quando, direttore della Specola dello Scientifico e preside al liceo classico di Bra, frequentando il Museo Craveri e la sua stazione avevo scoperto la leggendaria figura di padre Denza, il vero fondatore della meteorologia italiana e scienziato di grande valore. Gradii molto in quel 1994, quando si tenne a Cuneo la prima assemblea della Società meteo Subalpina ( proprio in ricordo di Denza, così si chiamava allora la SMI) la tessera di socio onorario della Società e il tuo gradito omaggio di un raro libro di Denza...

Erano gli anni in cui si cominciava a parlare di Riscaldamento Globale e, come ricorderai, in cui modestamente tentavo nelle lezioni allo Scientifico cui anche tu partecipavi di mettere in relazione i cicli dell'attività solare con le fasi del nostro clima. Ricordo che sembravi storcere il naso di fronte a questi miei assaggi statistici e storici (che da tempo mi chiedono di essere pubblicati) e ironizzavi quasi sulla "ciclomania" dell'800 negando implicitamente l'importanza del Sole e dei suoi cicli sulle fasi climatiche nostrane. Io ero più dubbioso perché ben ricordavo (tra l'altro) come soltanto pochi (per me) anni prima, negli Anni '70, il vezzo dei pubblicisti era l'opposto di quello del Riscaldamento Globale. Allora ci si allarmava invece per una Glaciazione mortifera , imminente o in atto, che in effetti ci fu, ma non così dura e lunga, visto che si esaurì negli Anni 80. Poi dal 1988-89 (branca stanga) il clima cambiò in meglio (per me che patisco il freddo): d' inverno vedevamo farfalle e fiori e iniziò un ventennio in cui Cuneo sembrava essere diventata il ponente ligure e si stava meglio qui che là...

Poi ti toccò di sostituire il climatologo Prodi a "Che tempo che fa" (era il fratello del presidente del Consiglio e ci fu un conflitto di interessi... climatico) e sei diventato una star nazionale e un deciso, direi ideologico, assertore di un catastrofico Riscaldamento Globale... Hai fatto però un lavoro egregio, facendo diventare familiare la meteo e i temi attuali del clima, confermando le tue doti di spiccata intelligenza, di capacità comunicativa e preparazione multidisciplinare.

Ti sei irritato all'invito (fattoti alla Provincia a Cuneo da un'insegnante, mia docente di scienze un tempo al Classico), di discutere sull'influenza del sole sul clima, ma hai poi ragionato con la solita ragionevole calma con me ammettendo qualcosetta. Ed era la prima volta.

Ultimamente, forse grazie ai freddi che sono ripresi alla grande da due anni (come cerco di raccontare su La Stampa e su Viver Meglio) insieme a quella neve di cui sei grande esperto, insisti meno sul Global Warming sottolineando -giustamente- di più i temi ecologici generali... Ed allora vorrei invitarti oggi a ripensare alla ciclomania" dell'800, che forse mania proprio non era... Così come ti inviterei a ripensare al Sole e alla sua attività (anch'essa ciclica) oggi - guarda caso- in deciso calo... Ma anche alla storia climatica degli ultimi secoli (cui devo anche qualche scritto dimenticato nel cassetto) che mi appare per così dire una grande "magistra climae"...

Bisogna cercare di fare chiarezza anche con il grande pubblico, perché in gioco c'è la nostra credibilità e quella degli scenari futuri...

Ti saluto con affetto e, alla prossima.

Fulvio