ebook di Fulvio Romano

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domenica 3 dicembre 2017

Chiuso due notti il Col di Tenda

LA STAMPA

Imperia

Limone

Chiuso due notti
il Col di Tenda

Se sulla costa la neve ha soltanto imbiancato in parte l’entroterra, nel Cuneese è scesa copiosamente. Tanto che, sia ieri notte (per precauzione, dalle 21 alle 6), sia la notte tra venerdì e sabato, il tunnel di Tenda è stato chiuso al traffico. Due notti di chiusura, in pratica. Nevicata importante anche sulle piste di Limone, che sono aperte già da alcuni giorni soltanto in parte ma che, dopo il maltempo di questi giorni, potranno aprire con tutti gli impianti del comprensorio. La situazione della viabilità sulla Statale 20 della Val Roja è stata in parte critica soprattutto nei tratti francesi. Ma, catene a bordo o con gomme da neve, la via resta percorribile. [l.r.]

sabato 3 maggio 2014

Imperia. C'era una volta un pastificio di famiglia...

LA STAMPA

Imperia

C’era una volta

un pastificio

“di famiglia”

Gandolfo : “Nel ’74 la quattordicesima”

Sista: “Figlio di operaio, ricordo i doni”

C’era una volta l’Agnesi: un’azienda di famiglia che dava lavoro sicuro e non aveva (quasi) problemi. A ricordare un passato importante e chiedere di conservare un’azienda-simbolo sono due imperiesi legati allo storico marchio. Entrambi accolgono con favore la proposta di Capacci, aggiungendovi una sorta di «azionariato popolare» che coinvolga ogni cittadino.

Giovanni Gandolfo, che è stato consigliere provinciale del Pd e tuttora è nell’organizzazione del partito, ricorda il suo passato da sindacalista: «Correva l’anno 1974 e da pochi mesi ero rappresentante della Cisl. La mia prima assemblea fu all’Agnesi e la prima trattativa sindacale fu per il contratto integrativo aziendale. Fui sorpreso che al tavolo partecipasse “u sciu Vincensu” , Vincenzo Agnesi, storico imprenditore, aveva in massima considerazione i “suoi dipendenti”: da quell’anno il personale godette della quattordicesima. Mi colpì la disponibilità dell’imprenditore a rendere partecipi i propri collaboratori dei positivi risultati aziendali. Ci confermò che con la Barilla non c’era storia (vinceva Agnesi) mentre con la De Cecco la partita era sempre aperta. Altri tempi». Prosegue: «L’Agnesi era parte della “cultura industriale” della città e del comprensorio insieme a Carli, Alberti, Sasso, Berio e Kernel. L’azienda non può lasciare Imperia: per i tanti posti di lavoro che si perderebbero, per la perdita di un “sapere produttivo” che ricadrebbe negativamente sulle future generazioni».

A ricordare il «gigante decaduto» è anche lo studioso dell’arte e dell’ambiente Alfonso Sista: «Sono figlio di un operaio Agnesi, ormai deceduto da tempo, uno degli imperiesi che da quella industria ha tratto sostentamento e mai avrei immaginato che potesse chiudere. Per me era il luogo dove mio padre lavorava e manteneva la famiglia: ricordo come da piccolo aspettassi Natale, perché a tutti gli Agnesi donavano un panettone Motta, e Pasqua la colomba Alemagna. Ora si recita il necrologio funebre di questa industria vitale per Imperia e provincia, vittima di incapacità imprenditoriale mascherata da “esigenze di mercato”, disimpegno dell’attuale proprietà. E che dire dell’insipienza della classe politica imperiese, e non solo, che nei decenni trascorsi non ha saputo dare risposte alle esigenze di sviluppo dell’azienda, oppure dalla mancata istituzione del Distretto alimentare?». [e. f.]